Cittadina cosmopolita, amante dell’arte, della cultura e soprattutto della Sicilia, a cui è profondamente legata per le sue radici. Antonella Ferrara rappresenta non solo l’Italia, ma anche e soprattutto la Sicilia, in giro per il mondo, portando in alto tutto ciò che di bello i nostri territori offrono, al di là di ogni criticità: storia, cultura e un pacchetto di attrattività uniche nel suo genere.
Nata a Roma, si occupa da 20 anni dell’ideazione, della progettazione e dell’organizzazione di eventi culturali di profilo internazionale. Nel 2011 ha ideato e lanciato il Taormina International Book Festival Taobuk, oggi annoverato tra le manifestazioni culturali più importanti al livello mondiale, portando a naturale sviluppo una storia di passione personale e professionale per la letteratura. Una piccola creatura, quasi un figlio potremmo anche definirlo, che rispecchia esattamente l’ampio respiro internazionale a cui è stata sempre esposta fina da piccola. Un riflesso personale e che ogni anno si rinnova con una chiave di lettura sempre diverso e originale. Nonostante ciò le origini siciliane, un po’ come un richiamo, l’hanno riportata in Sicilia per mettere in piedi le sue idee. E’ il caso di Taormina Cult, il primo circuito culturale della Città di Taormina. Poi il ruolo da direttore artistico per il Premio Letterario Internazionale Giuseppe Tomasi di Lampedusa e da direttore scientifico degli Stati Generali del Cinema, promossi e organizzati dalla Regione Siciliana in collaborazione con il Ministero del Turismo e l’Enit.
Uno sguardo internazionale
Gli esempi sono veramente tanti, uno tra tutti lo scrittore peruviano Mario Vargas Llosa e il confronto, tra premi Nobel, con Svjatlana Aleksievič, giornalista bielorussa, esiliata dopo l’elezione di Lukashenko. Un momento di incontro tra culture e soprattutto in un anno complicato come quello del covid. In pochi ci avrebbero creduto e il successo ottenuto superò qualsiasi aspettativa. A celebrare questo momento anche un articolo pubblicato su El Pais. “Operazioni come queste naturalmente contribuiscono a dare centralità a una Sicilia coraggiosa, quella che non ha chiuso le porte agli eventi, ma anzi, in un anno così difficile, siamo riusciti comunque ad accendere il dibattito come forma di resistenza civile“.
I 15 anni di Toabuk
Ma quest’ultimo è solo uno dei tanti memorabili episodi andati in scena durante Taobuk, che proprio a Lima ha festeggiato i suoi primi 15 anni. Con Antonella Ferrara abbiamo riavvolto il nastro e siamo tornati alle origini.
Se dovessimo riassumere tutto in una frase? “Un sogno di bellezza con bagliore di futuro“. Ha risposto Ferrara che ha spiegato: “C’è un luogo in cui il sogno di Taobuk è esistito molto prima che il festival nascesse. Nella mia anima c’era questa idea di unire il mondo greco e il bagliore del futuro e che vedesse al centro le parole. La scelta Taormina non è un caso: il germoglio di questo luogo di narrazioni, ma anche di sguardi e di paesaggi. Tutti elementi che immaginato e che hanno trovato un terreno favorevole proprio qui a Taormina“.
“Il pensiero alla base di tutto – ha spiegato Antonella Ferrara – è che siamo dentro questo sogno che dura da 15 anni. Un sogno ad occhi aperti perché ogni anno si rinnova anche nello sguardo della fiducia di chi ci sostiene, ma anche di chi accoglie il nostro invito. E’ un mosaico complesso che si rinnova ogni anno. Da sempre ho creduto nel Festival, che è stato supportato anche dalla città di Taormina che lo accoglie. Da soli non siamo nulla. Una delle chiavi del successo del Festival è proprio questa coralità di soggetti che ci credono, investono, partecipano e riconoscono un’idea“.
I 70 anni della Conferenza di Messina e Taormina
Quest’anno Taobuk è stato l’occasione per celebrare anche i 70 anni dalla Conferenza di Messina e Taormina, svolti dal 18 al 20 giugno 2025. La Sicilia è così tornata ad essere luogo simbolico e strategico per la riflessione sul futuro dell’Europa. Proprio a Messina e Taormina, infatti, i sei ministri degli Esteri dei Paesi membri della CECA, su impulso dell’allora Ministro italiano Gaetano Martino, avviarono un processo che avrebbe condotto ai Trattati di Roma e alla nascita dell’Unione Europea. L’evento si pone, dunque, come occasione di dialogo e riflessione storica intorno a quattro temi al centro dell’agenda Europea: difesa comune, Mediterraneo allargato, relazioni transatlantiche e confini. Un’opportunità per stimolare un dibattito profondo che parta dalla nascita dell’Europa unita con l’obiettivo di confrontarsi sulle decisioni che plasmeranno il futuro del Vecchio Continente. L’iniziativa è stata promossa dalla Regione Siciliana, in collaborazione con il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, la Fondazione Taormina Arte Sicilia, i Comuni di Taormina e Messina, e con il supporto della Commissione Europea, e sotto l’Alto Patrocinio del Parlamento Europeo, con la direzione di Antonella Ferrara e la curatela del giornalista Paolo Valentino.
Il bilancio del 2025
“Negli anni il festival si è connotato, pur mantenendo un’anima letteraria, come un luogo in cui le arti vengono poste nel dialogo e la grande sfida è quella di ospitare personalità che vengono da vari modi, ponendo anche i loro punti di vista sulle contemporaneità, definendo ogni anno un tema preciso. Abbiamo portato diverse esclusività per l’Italia“. Esempi l’opera Water Lilies, esposta con una mostra a Palazzo Corvaja, dell’artista cinese Ai Weiwei. Un’opera immensa di 15 metri, tutta composta da mattoncini Lego. “Per noi è importante promuovere contenuti originali, fare produzione culturale, originale, indipendente, e proporla al pubblico“. Ma non solo. Quest’anno tra i protagonisti indiscussi c’era anche il grande teatro. Insomma, un successo a 360° che ha coinvolto tante esperienze e variegate forme di bellezza.
Il futuro ambizioso e il sogno della grande biennale delle arti
Gli esempi potrebbero essere svariati: la famiglia Florio, come la Sicilia, tra il ‘600 e il ‘900, fosse in grado di attrarre migliaia di scrittori e pittori, anche dal Nord Europa, le tante città d’arte, le rovine. Film e serie tv ha certamente un ruolo nel far risorgere alcuni di questi aspetti o alcune di queste aree dimenticate e sbiadite ai ricordi. Un’occasione che l’Isola ha saputo cogliere soprattutto negli ultimi anni, moltiplicando le sue produzioni. “Secondo me – ha concluso Ferrara – una delle chiavi di sviluppo è proprio quella legata al cinema, che sempre di più vede la Sicilia al centro delle nuove forme di cine-turismo culturale. La Sicilia potrebbe accogliere un progetto al quale mi piacerebbe molto lavorare: una grande biennale delle arti. La Sicilia è anche una terra con criticità e problemi, ma credo fermamente nelle potenzialità di quest’isola e anche del suo Governo, perché nulla viene per caso. Al di là delle complessità io vedo una strada luminosa per questa terra“.