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L'intervista

I 15 anni di Taobuk, lo sguardo cosmopolita e il futuro. Ferrara: “Sogno una grande biennale delle arti in Sicilia”

sabato 26 Luglio 2025

Cittadina cosmopolita, amante dell’arte, della cultura e soprattutto della Sicilia, a cui è profondamente legata per le sue radici. Antonella Ferrara rappresenta non solo l’Italia, ma anche e soprattutto la Sicilia, in giro per il mondo, portando in alto tutto ciò che di bello i nostri territori offrono, al di là di ogni criticità: storia, cultura e un pacchetto di attrattività uniche nel suo genere.

Nata a Roma, si occupa da 20 anni dell’ideazione, della progettazione e dell’organizzazione di eventi culturali di profilo internazionale. Nel 2011 ha ideato e lanciato il Taormina International Book Festival Taobuk, oggi annoverato tra le manifestazioni culturali più importanti al livello mondiale, portando a naturale sviluppo una storia di passione personale e professionale per la letteratura. Una piccola creatura, quasi un figlio potremmo anche definirlo, che rispecchia esattamente l’ampio respiro internazionale a cui è stata sempre esposta fina da piccola. Un riflesso personale e che ogni anno si rinnova con una chiave di lettura sempre diverso e originale. Nonostante ciò le origini siciliane, un po’ come un richiamo, l’hanno riportata in Sicilia per mettere in piedi le sue idee. E’ il caso di Taormina Cult, il primo circuito culturale della Città di Taormina. Poi il ruolo da direttore artistico per il Premio Letterario Internazionale Giuseppe Tomasi di Lampedusa e da direttore scientifico degli Stati Generali del Cinema, promossi e organizzati dalla Regione Siciliana in collaborazione con il Ministero del Turismo e l’Enit.

Uno sguardo internazionale

Restando proprio in questo ampio respiro internazionale, nei giorni scorsi Antonella Ferrara si trovava a Lima, alla Fiera del Libro che vede per la prima volta l’Italia come ospite d’onore. Tra gli appuntamenti dal 18 luglio al 6 agosto 2025 due sono dedicati a Taobuk. “Il Festival ha un profilo internazionale e opera e porta avanti da anni un’intensa attività culturale. Un’attenzione che si sostanzia attraverso l’apporto con il ministro degli Affari Esteri, che ha inserito il Festival, quale evento di rilevanza di profilo mondiale, come vetrina dell’italianità nel mondo. Seguendo questa prospettiva nell’arco dell’ultimo anno siamo stati in Algeria, in Marocco, in Tunisia e negli altri Paesi che si affacciano nel bacino del Mediterraneo anche portando avanti questa nostra idea di sviluppo culturale che porta la Sicilia al centro del Mediterraneo. Un ragionamento che negli anni abbiamo portato avanti con la presenza di illustri ospiti“.

Gli esempi sono veramente tanti, uno tra tutti lo scrittore peruviano Mario Vargas Llosa e il confronto, tra premi Nobel, con Svjatlana Aleksievič, giornalista bielorussa, esiliata dopo l’elezione di Lukashenko. Un momento di incontro tra culture e soprattutto in un anno complicato come quello del covid. In pochi ci avrebbero creduto e il successo ottenuto superò qualsiasi aspettativa. A celebrare questo momento anche un articolo pubblicato su El Pais. “Operazioni come queste naturalmente contribuiscono a dare centralità a una Sicilia coraggiosa, quella che non ha chiuso le porte agli eventi, ma anzi, in un anno così difficile, siamo riusciti comunque ad accendere il dibattito come forma di resistenza civile“.

I 15 anni di Toabuk

Ma quest’ultimo è solo uno dei tanti memorabili episodi andati in scena durante Taobuk, che proprio a Lima ha festeggiato i suoi primi 15 anni. Con Antonella Ferrara abbiamo riavvolto il nastro e siamo tornati alle origini.

Se dovessimo riassumere tutto in una frase? “Un sogno di bellezza con bagliore di futuro“. Ha risposto Ferrara che ha spiegato: “C’è un luogo in cui il sogno di Taobuk è esistito molto prima che il festival nascesse. Nella mia anima c’era questa idea di unire il mondo greco e il bagliore del futuro e che vedesse al centro le parole. La scelta Taormina non è un caso: il germoglio di questo luogo di narrazioni, ma anche di sguardi e di paesaggi. Tutti elementi che immaginato e che hanno trovato un terreno favorevole proprio qui a Taormina“.

Una propensione, quella allo sguardo cosmopolita, che nasce fin dall’adolescenza. Antonella Ferrara, infatti, è una vera e propria cittadina del mondo. Sempre in viaggio, fin da piccolo, per il lavoro da diplomatico del papà. Tra le prime sedi, il destino vuole, ci sia proprio il Perù. Tra le esperienze che l’hanno maggiormente forgiata, senza dubbio, quella a Teheran, in Iran. Gli studi a Bruxelles, ma dentro il richiamo delle radici.Tutto questo avrebbe avuto senso solo se avessi avuto la possibilità di realizzarlo in Sicilia. Il Festival ha uno sguardo sempre rivolto alla contemporaneità, ma con i piedi radicati nel passato. Questo è il motivo per cui il sogno Taobuk è diventato realtà. La mia famiglia è siciliana. E’ maturato il desiderio di tornare. Taormina è una terra i sogni, una porta aperta sull’Oriente, il cuore del Mediterraneo. Desideravo ritrovare la centralità di Taormina, città dal passato millenario e città dalla straordinaria ricchezza, come cuore pulsante della cultura e della contemporaneità. Ecco perché quest’anno abbiamo accolto e promosso il Premio Strega Saggistica“.

Il pensiero alla base di tutto – ha spiegato Antonella Ferrara – è che siamo dentro questo sogno che dura da 15 anni. Un sogno ad occhi aperti perché ogni anno si rinnova anche nello sguardo della fiducia di chi ci sostiene, ma anche di chi accoglie il nostro invito. E’ un mosaico complesso che si rinnova ogni anno. Da sempre ho creduto nel Festival, che è stato supportato anche dalla città di Taormina che lo accoglie. Da soli non siamo nulla. Una delle chiavi del successo del Festival è proprio questa coralità di soggetti che ci credono, investono, partecipano e riconoscono un’idea“.

I 70 anni della Conferenza di Messina e Taormina

Quest’anno Taobuk è stato l’occasione per celebrare anche i 70 anni dalla Conferenza di Messina e Taormina, svolti dal 18 al 20 giugno 2025. La Sicilia è così tornata ad essere luogo simbolico e strategico per la riflessione sul futuro dell’Europa. Proprio a Messina e Taormina, infatti, i sei ministri degli Esteri dei Paesi membri della CECA, su impulso dell’allora Ministro italiano Gaetano Martino, avviarono un processo che avrebbe condotto ai Trattati di Roma e alla nascita dell’Unione Europea. L’evento si pone, dunque, come occasione di dialogo e riflessione storica intorno a quattro temi al centro dell’agenda Europea: difesa comune, Mediterraneo allargato, relazioni transatlantiche e confini. Un’opportunità per stimolare un dibattito profondo che parta dalla nascita dell’Europa unita con l’obiettivo di confrontarsi sulle decisioni che plasmeranno il futuro del Vecchio Continente. L’iniziativa è stata promossa dalla Regione Siciliana, in collaborazione con il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, la Fondazione Taormina Arte Sicilia, i Comuni di Taormina e Messina, e con il supporto della Commissione Europea, e sotto l’Alto Patrocinio del Parlamento Europeo, con la direzione di Antonella Ferrara e la curatela del giornalista Paolo Valentino.

Vorrei ringraziare la visione e l’intuizione del presidente Schifani. Siamo molto onorati perché hanno scelto di affidare a noi l’organizzazione e la direzione. Sono stati tre giorni molto importanti tra appuntamenti istituzionali, i dialoghi nella tavola rotonda, che si sono svolte in collaborazione con i ministeri degli Esteri degli altri Paesi con la collaborazione e la partecipazione attiva di Taormina e Messina. Non è un caso che le celebrazioni siano state svolte all’interno del Festival. Il compito della cultura alimentare una riflessione profonda sull’identità europea, sul senso di appartenenza e anche sulla responsabilità collettiva. Per funzionare l’Unione Europea deve essere un’unione di popoli e di valori, non soltanto economica. E’ stato un modo per confermare la nostra vocazione al confronto, in un tempo che chiede più che mai visioni e impegni concreti“. Una menzione particolare è così andata al presidente della Regione Renato Schifani e al ministro degli Esteri Antonio Tajani che hanno permesso di riportare la Sicilia e Taormina al centro dell’Europa e del Mediterraneo. “E’ stato lanciato un appello per un’Europa più unita e coesa davanti alle sfide del futuro e ai nuovi confini che questa Europa dovrà avere. Non a caso il tema di quest’anno erano i confini“.

Il bilancio del 2025

E’ dunque arrivato il momento dei bilanci e anche quest’anno la quindicesima edizione ha confermato il respiro e il taglio internazionale che lo contraddistingue. Per festeggiate lo storico traguardo, a Lima è stato anche presentato il volume celebrativo “Oltre i confini di un sogno” (Giulio Perrone Editore, 2025), curato da Paolo Di Paolo, con contributi inediti di Nino Rizzo Nervo, Massimo Sideri, Elvira Terranova, Matteo Collura e Antonio Spadaro. Un libro corale che attraversa quindici anni di storia del festival, tra parole, immagini e memorie, attraverso le testimonianze di grandi narratori come Paul Auster, Isabel Allende, Amos Oz, Ian McEwan, Elizabeth Strout, David Grossman. E dei premi Nobel Jon Fosse, Annie Ernaux , Mario Vargas Llosa.

Negli anni il festival si è connotato, pur mantenendo un’anima letteraria, come un luogo in cui le arti vengono poste nel dialogo e la grande sfida è quella di ospitare personalità che vengono da vari modi, ponendo anche i loro punti di vista sulle contemporaneità, definendo ogni anno un tema preciso. Abbiamo portato diverse esclusività per l’Italia“. Esempi l’opera Water Lilies, esposta con una mostra a Palazzo Corvaja, dell’artista cinese Ai Weiwei. Un’opera immensa di 15 metri, tutta composta da mattoncini Lego. “Per noi è importante promuovere contenuti originali, fare produzione culturale, originale, indipendente, e proporla al pubblico“. Ma non solo. Quest’anno tra i protagonisti indiscussi c’era anche il grande teatro. Insomma, un successo a 360° che ha coinvolto tante esperienze e variegate forme di bellezza.

Il futuro ambizioso e il sogno della grande biennale delle arti

L’Italia – ha spiegato Antonella Ferrara – è un gruppo culturale, è un luogo di unica destinazione. La sua capacità di proporre contenuti culturali alti, innovativi, ma che abbiano anche la capacità di entrare un pubblico realmente internazionale è ciò che la contraddistingue. Gli eventi si dividono in due categorie: quelli che hanno una forza centripeta, cioè che riescono ad attirare il pubblico proveniente da altri Paesi in una determinata destinazione, in un determinato momento, e quelli che non fanno altro che movimentare il pubblico residente. Quello che veramente connota una città, una destinazione, sono quegli eventi che hanno questa forza centripeta, cioè che riescono ad attirare il pubblico in un determinato momento, con dei contenuti originali per cui valga la pena di spostarsi Attualmente la Sicilia vive un momento d’oro. Anche la posizionamento dell’Isola, nello scenario mondiale, ne fa una destinazione tra le più ambite, ma è anche vero che a questo hanno contribuito diversi aspetti. L’impronta culturale rimane uno dei motori principali di sviluppo culturale-turistico ed economico. Pensiamo al cinema e al turismo, e come il cinema possa essere un grande volano di sviluppo“.

Gli esempi potrebbero essere svariati: la famiglia Florio, come la Sicilia, tra il ‘600 e il ‘900, fosse in grado di attrarre migliaia di scrittori e pittori, anche dal Nord Europa, le tante città d’arte, le rovine. Film e serie tv ha certamente un ruolo nel far risorgere alcuni di questi aspetti o alcune di queste aree dimenticate e sbiadite ai ricordi. Un’occasione che l’Isola ha saputo cogliere soprattutto negli ultimi anni, moltiplicando le sue produzioni. “Secondo me – ha concluso Ferrara – una delle chiavi di sviluppo è proprio quella legata al cinema, che sempre di più vede la Sicilia al centro delle nuove forme di cine-turismo culturale. La Sicilia potrebbe accogliere un progetto al quale mi piacerebbe molto lavorare: una grande biennale delle arti. La Sicilia è anche una terra con criticità e problemi, ma credo fermamente nelle potenzialità di quest’isola e anche del suo Governo, perché nulla viene per caso. Al di là delle complessità  io vedo una strada luminosa per questa terra“.

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