“I fatti non possono aspettare la politica, né la politica può aspettare i fatti“.
“Ci sono situazioni che chiamano all’appello la nostra coscienza, il nostro modo di operare nella politica, e io penso che non si possa tacere. Il nostro Parlamento ha avuto, credo, la sensibilità di discutere e di decidere su fatti di portata internazionale, che ancora oggi però travolgono una parte importante del mondo e che sollecitano la coscienza di tanti cittadini. Solo qualche giorno fa sessanta ex diplomatici che hanno lavorato ad Israele nella striscia di Gaza hanno voluto sottoscrivere un documento“.
Queste le parole del deputato regionale del Partito Democratico Giovanni Burtone.
“Hanno detto chiaramente che in quella area c’è un genocidio, ancora più grave è che il presidente dell’Israele vuole andare avanti per cancellare totalmente la presenza dei palestinesi in quel territorio. Noi abbiamo chiesto al presidente della Regione, Renato Schifani, e al presidente dell’Assemblea Gaetano Galvagno, di sollecitare il Ministro degli Esteri. Percepiamo che, seguendo probabilmente un accordo con l’Ungheria e con altri Paesi, il nostro paese continua a non decidere di riconoscere la Palestina“.
“E noi, invece, con il nostro ordine del giorno che abbiamo già presentato, chiediamo un ulteriore intervento da parte delle nostre autorità per far sentire la voce di tanti siciliane e di tanti siciliani. E auspichiamo un’attività solerte che possa essere all’altezza di quello che si è determinato in quell’area. Anche perché abbiamo davanti un dramma che continua ogni giorno“.
“Ed è il dramma non soltanto della desertificazione di quell’area, del fatto che persone che lì hanno vissuto saranno cacciate da quel territorio, ma assistiamo ancora oggi all’opposizione degli aiuti umanitari. Su questo noi insistiamo. Chiediamo al nostro governo di far sentire la propria voce con il ministro degli Esteri, perché ancora oggi nella striscia di Gaza si muore per i missili che vengono lanciati da Israele contro le popolazioni che si assembrano vicini a là dove sono arrivati gli aiuti umanitari, ma soprattutto si muore di fame. A morire di fame sono i bambini. Io credo che ognuno di noi debba mettersi davanti il viso di un bambino. Spero che lo facciano in tanti, soprattutto della politica, per comprendere che cosa possa significare vedere morire un bambino perché ha fame e perché ha sete. E ad oltre i cento metri ci sono tante possibilità di alimentazione“.
“Diceva Pierpaolo Pasolini, non facciamo scomparire le lucciole. C’è ancora qualche luce, luci importanti che sono accese su questo tema, a partire dalla chiesa che continua a chiedere pace e a chiedere la possibilità di sfamare bambini e popolazioni inermi. Ci sono tante cittadine e cittadini, tanti giovani, tante giovani che stanno manifestando. Questo Parlamento che ha avuto autorevolezza in tanti anni e che ha capito che cosa significhi la politica internazionale anche per la nostra area dia un apporto significativo per dare una risposta ad un dramma umanitario che richiama alla nostra memoria l’olocausto“.