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Bandiere e partiti

Ponte, Accorinti incontra Schlein, ma il fronte del No si divide

mercoledì 20 Dicembre 2023

Da un lato uno storico no Ponte, Accorinti, che sprona Pd e M5S a scendere in campo a livello nazionale, dall’altro altri storici nopontisti, come Gino Sturniolo e Antonio Mazzeo che ribadiscono “i partiti devono starne fuori, questa è battaglia dei territori, nessuno ci metta la bandierina”.

Differenze già emerse a fine corteo del 2 dicembre quando il Comitato che unisce i movimenti con un comunicato stampa rese chiaro il no alle strumentalizzazioni dei partiti, di qualunque genere (QUI).

ACCORINTI A ROMA

Ieri Renato Accorinti ha occupato simbolicamente la sede del Pd a Roma ed ha avuto un breve incontro con la segretaria nazionale Elly Schlein che ha assicurato la sua vicinanza alla causa. E in serata hanno replicato i componenti del Comitato.

LA BOMBA ATOMICA

“È il momento che i partiti di opposizione, che già si sono schierati contro il Ponte sullo Stretto, si uniscano, assieme ai loro uffici legali, in questa grande battaglia politica. Stanno sganciando una bomba atomica sul Meridione e non possiamo restare fermi e inermi- ha detto Accorinti- E ho deciso di occupare la sede centrale del Partito Democratico, per avere una risposta chiara e compatta, senza tatticismi e strategie politiche individuali. Chiediamo unità. Non andrò via fino a quando non incontrerò la segretaria del PD Elly Schlein”.

L’ex sindaco di Messina è un No Ponte della primissima ora, salì sul pilone di Torre Faro, fu tra i promotori di tantissime battaglie e oggi ricorda che lo Stretto è un luogo intangibile, un luogo sacro e intoccabile, come il Colosseo, Piazza San Pietro, o Piazza Navona. O come la Valle dei Templi di Agrigento, o il Teatro Antico di Taormina.

Accorinti invita a non vanificare il senso della protesta del corteo del 2 dicembre a Messina, che però tranne Bonelli non ha visto in strada i vertici nazionali del M5S e del Pd (val la pena ricordare che i 5stelle erano per il tunnel nello Stretto che non è proprio un’opera “indolore” e non tutti i dem sono no pontisti).

L’appello è quindi a Schlein e Conte (che sul punto, anzi sul Ponte fu poco netto).

APPELLO ALL’UNITA’

L’unico modo per fermare questa follia è che tutti i partiti di opposizione, già schierati contro il Ponte, uniscano i loro uffici legali, per opporsi allo sperpero di questa montagna di soldi. Oggi, sono qui per chiedere un confronto con Elly Schlein e con il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, per avere risposte chiare e concrete. Mi sarei aspettato, infatti, di vederli sfilare, al nostro fianco, a Messina, lo scorso 2 dicembre, come ha fatto Angelo Bonelli, del resto, che ha già lanciato la proposta di unire tutte le forze di opposizione in questa grande battaglia. Ma nessuno dei due era presente: né Elly Schlein, né Giuseppe Conte. E mancavano i segretari nazionali dei sindacati”.

Elly Schlein ha quindi incontrato Accorinti che ha risposto: “Noi su questa battaglia ci siamo” sottolineando i motivi del no.

Ma in serata, dopo aver visto anche la foto di Accorinti e Schlein a ribadire i concetti della battaglia dal basso e non dall’alto sono i rappresentanti del Comitato, ripetendo quando già scritto il 2 dicembre.

 

REPLICA IL COMITATO

N𝐨𝐧 𝐚𝐛𝐛𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐜𝐨𝐧𝐝𝐢𝐯𝐢𝐬𝐨 𝐢𝐥 𝐦𝐨𝐝𝐨 𝐢𝐧 𝐜𝐮𝐢 𝐞̀ 𝐬𝐭𝐚𝐭𝐚 𝐩𝐫𝐨𝐦𝐨𝐬𝐬𝐚 𝐥𝐚 𝐦𝐚𝐧𝐢𝐟𝐞𝐬𝐭𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐍𝐨𝐩𝐨𝐧𝐭𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝟐 𝐃𝐢𝐜𝐞𝐦𝐛𝐫𝐞- ribadiscono Sturniolo, Mazzeo e gli altri storici no pontisti- Non ne abbiamo condiviso le modalità ed è per quello che non siamo entrati a far parte del coordinamento che ha indetto quel corteo. In particolare, noi pensiamo che un movimento territoriale non sia la sommatoria di sigle, ma piuttosto una realtà cui si aderisce prima di tutto come abitanti e che costruisce assemblearmente i propri strumenti organizzativi.  Ci teniamo, inoltre, a salvaguardare l’autonomia dei movimenti dai partiti e ci è quindi sembrata una scelta criticabile lasciare che quest’ultimi entrassero a far parte dell’organizzazione del corteo – in particolar modo partiti che fino a ieri l’altro erano favorevoli al ponte, laddove niente ci dice che non lo diventeranno nuovamente nel momento in cui tornassero al governo”.

Si chiedono poi quale sia la posizione di Pd e 5Stelle su Gaza, sulla corsa al riarmo in Europa, sulla Natto.

NO A BANDIERE DI PARTITO

Come continuare la tessitura preziosa di legami con gli altri movimenti di lotta territoriale se si consente una tale preminenza – almeno nel corso dei comizi finali dal palco – ai vessilli che dal Notav della Val Susa al Nomuos di Niscemi sono stati e continuano ad essere la controparte delle istanze che si levano dal basso?  Alla promozione del 2 dicembre, infatti, ci siamo dedicati incessantemente nei mesi precedenti, come dimostrano le tante iniziative di avvicinamento. Quando, la sera del corteo, abbiamo lamentato le bandiere di partito sotto il palco ci è stato detto che, in fondo, non era neanche tanto rilevante la loro presenza in quel corteo. Ed è vero. Ci sembra una giusta considerazione. È 𝐬𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐮𝐧 𝐚𝐛𝐛𝐚𝐠𝐥𝐢𝐨 𝐩𝐞𝐧𝐬𝐚𝐫𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐢 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐢𝐭𝐢 𝐬𝐚𝐫𝐞𝐛𝐛𝐞𝐫𝐨 𝐬𝐭𝐚𝐭𝐢 𝐢𝐥 𝐯𝐚𝐥𝐨𝐫𝐞 𝐚𝐠𝐠𝐢𝐮𝐧𝐭𝐨 𝐞 𝐚𝐯𝐫𝐞𝐛𝐛𝐞𝐫𝐨 𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐢 “𝐧𝐮𝐦𝐞𝐫𝐢”, 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐬𝐢 𝐝𝐢𝐜𝐞𝐯𝐚. 𝐋𝐚 𝐩𝐨𝐜𝐚 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐚𝐥𝐥’𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐧𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐜𝐨𝐫𝐭𝐞𝐨 𝐬𝐢 𝐞̀, 𝐩𝐞𝐫𝐨̀, 𝐭𝐫𝐚𝐝𝐨𝐭𝐭𝐚 𝐢𝐧 𝐮𝐧𝐚 𝐠𝐫𝐚𝐧𝐝𝐞 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐬𝐨𝐩𝐫𝐚 𝐞 𝐧𝐞𝐢 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐬𝐢 𝐝𝐞𝐥 𝐩𝐚𝐥𝐜𝐨 𝐞, 𝐬𝐨𝐩𝐫𝐚𝐭𝐭𝐮𝐭𝐭𝐨, 𝐬𝐮𝐠𝐥𝐢 𝐨𝐫𝐠𝐚𝐧𝐢 𝐝𝐢 𝐬𝐭𝐚𝐦𝐩𝐚.  Di fatto, il movimento è stato schiacciato mediaticamente sui partiti del centrosinistra, salvo qualche figurina per garantirne la trasversalità.

RICOMINCIARE DAL BASSO

Insomma il no a dare un preciso colore politico, sia pure “onnicomprensivo” è netto ricordando anche che a livello locale quegli stessi partiti è in progressiva riduzione: “  𝐈𝐥 𝐩𝐫𝐨𝐛𝐥𝐞𝐦𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐝𝐨𝐛𝐛𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐩𝐨𝐫𝐜𝐢 𝐨𝐠𝐠𝐢 𝐞̀ 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐚𝐟𝐟𝐫𝐨𝐧𝐭𝐚𝐫𝐞 𝐥𝐚 𝐟𝐚𝐬𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐜𝐚𝐧𝐭𝐢𝐞𝐫𝐢𝐳𝐳𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞, 𝐬𝐞 𝐝𝐚𝐯𝐯𝐞𝐫𝐨 𝐝𝐨𝐯𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐨 𝐜𝐨𝐦𝐢𝐧𝐜𝐢𝐚𝐫𝐞 𝐢 𝐥𝐚𝐯𝐨𝐫𝐢 𝐢𝐧 𝐞𝐬𝐭𝐚𝐭𝐞. In primo luogo, è fondamentale mettere in evidenza ancora di più le ricadute in termini di invivibilità, causata dai cantieri, sul territorio. Poi, bisogna che le nostre iniziative facciano capire al Governo quale sarà l’impatto in termini di conflitto sociale, visto e considerato che in questo caso una grande opera impatterebbe con zone fortemente urbanizzate. Bisognerà, inoltre, pensare a come organizzare l’opposizione all’avvio dei cantieri, a come fare in modo che la disponibilità alla mobilitazione manifestata in questi mesi possa fermare il processo di devastazione che è stato annunciato. Sono queste le domande urgenti su cui tutte le realtà Noponte sono chiamate ad attivarsi.

 

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