Valentina Chinnici, deputata del PD all’Ars, come procede il suo incarico da vicesegretario dei dem?
“Procede bene, spinto dall’entusiasmo di una base di militanti appassionati e generosi che per tutta l’estate stanno continuando a organizzare iniziative in ogni provincia della Sicilia. Molto forte l’impulso dato dai Giovani Democratici, che hanno svolto finalmente il loro congresso dopo anni di commissariamenti eleggendo il loro segretario regionale, Marco Greco, e aprendo nuovi circoli nei territori, rendendosi protagonisti di una nuova fase politica e facendo sentire la propria voce su tante questioni cruciali per la Sicilia. Ed è bello registrare finalmente anche un nuovo protagonismo delle donne, che raggiungono quasi il 50% delle presenze nei gruppi dirigenti del Partito“.
Il PD non ha goduto di ottima salute negli ultimi tempi, come dimostrato dall’ultimo congresso. Cosa fare per ricucire gli strappi all’interno del partito?
“Lavorare insieme a testa bassa a sostegno della segretaria Schlein per mandare a casa un governo nazionale che odia il Sud e una classe dirigente regionale in piena crisi politica e morale, che usa le casse della Regione per consolidare il proprio sistema di potere non facendo per nulla gli interessi dei siciliani. Il Partito Democratico siciliano è unico ed è composto da militanti responsabili che sanno bene che gli avversari sono fuori dal Partito, e che abbiamo il dovere di liberare la nostra regione da una brutta destra che definanzia fino a strangolarli i Comuni, afferma nel Piano Strategico Nazionale che le nostre aree interne sono senza futuro e destinate a uno spopolamento irreversibile, e nel frattempo drena un miliardo di euro dai fondi di Sviluppo e Coesione alla costruzione del Ponte sullo Stretto per compiacere il ministro Salvini, lo stesso che in queste ore ha consegnato all’odio devastante dei social un ragazzo, studente universitario di Messina, reo di aver partecipato a una manifestazione di protesta“.
Qualche tempo fa aveva annunciato la presentazione di un ddl sulla riforma della Protezione civile in Sicilia. Cosa prevede la proposta e quali sono stati gli sviluppi all’Ars?
“Il ddl nasce da un complesso lavoro di elaborazione e concertazione con esperti qualificati, operatori istituzionali, volontari della protezione civile e amministratori e propone un riordino del sistema di protezione civile e un aggiornamento della normativa risalente in Sicilia al 1998. Il disegno di legge vuole definire con chiarezza chi fa cosa, il rapporto tra Province, Prefetto, Comuni, Dipartimento regionale e comunità scientifica, dando al volontariato non solo un ruolo di soccorso nelle emergenze, ma di partecipazione alla pianificazione, alla formazione e alla diffusione di una cultura della protezione civile, per potenziare l’informazione e la capacità di reazione dei cittadini tutti nei territori di appartenenza. Perché la cura e la tutela del territorio è responsabilità di ciascuno e non solo degli addetti ai lavori chiamati a fronteggiare emergenze che diventano catastrofi proprio perché è mancata la prevenzione. Al momento lo abbiamo depositato e in autunno spingeremo perché venga esaminato dalle Commissioni pertinenti e possa approdare in aula“.
A settembre si ricomincia con l’attività parlamentare. Cosa propone il PD per la nuova stagione e quali interventi ritiene urgenti in vista dell’approvazione di altre norme contenute nella manovra ter, ma che sono slittate al post-estate?
“I temi su cui puntiamo l’attenzione sono tanti: sanità e lavoro innanzitutto. Ancora troppi lavoratori precari in Sicilia anche negli Enti locali. I Comuni non hanno i fondi per aumentare le ore e stabilizzare. Serve una riforma organica che non continui a mettere contro categorie di lavoratori precari che vivono da anni svolgendo servizi essenziali nei Comuni con stipendi da fame. Per non parlare dei cosiddetti “precari Covid”, che hanno ricevuto trattamenti diversi in base alle Asp in cui hanno lavorato.
Per quanto riguarda la riforma dei Consorzi di Bonifica, affossata dalla stessa maggioranza, noi siamo sempre disponibili ad approvarla a patto che si superino le forti criticità sulla liquidazione dei vecchi Consorzi e sui debiti verso i creditori, che dovrebbero richiedere i compensi mai ricevuti a enti ormai svuotati di finanziamenti. Insomma, un pasticcio che i nostri deputati hanno evidenziato in Commissione e che avrebbero paralizzato la riforma e aperto a nuovi commissariamenti. La priorità, a settembre, resta l’aumento delle giornate lavorative dei lavoratori anche in vista della loro stabilizzazione. Lo scaricabarile del governo Schifani sull’opposizione è stato vergognoso: la verità è che a noi ha imposto per la prima volta nella storia siciliana la “tagliola”, impedendoci di intervenire in aula, ma poi la sua maggioranza non vota nessuna delle sue stesse riforme. Da tre anni praticamente viviamo in uno stallo totale. Ci aspettiamo che stavolta la Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza dia almeno un input sulle nuove politiche industriali della Sicilia, la cui produzione è stagnante, con redditi di lavoro bassissimi che rischiano di venire ulteriormente penalizzati dai dazi che Trump agita come una clava. Le più penalizzate restano sempre le donne, per le quali non è prevista nessuna politica di inserimento lavorativo, soprattutto oltre i 50 anni, e nessun sostegno economico dopo lo scellerato taglio della misura del reddito di cittadinanza con cui il governo Meloni ha messo in ginocchio migliaia di nuclei familiari.
Infine, il Governo Schifani farebbe bene a prendere sul serio i gravi rilievi mossi dalla Corte dei Conti in queste ultime settimane sulla gestione di acqua e rifiuti e a correggere immediatamente il tiro per evitare ulteriori sprechi e politiche inefficaci invece di agire sulle reti idriche colabrodo e sul potenziamento della raccolta differenziata e dell’economia circolare“.
A settembre ricomincia anche la scuola, quali sono le questioni da affrontare?
“Alle scuole servono certezze perché l’unica cosa certa è che a settembre ricomincia l’anno scolastico, ma per gli alunni con disabilità mancano gli assistenti alla comunicazione e gli assistenti igienico personali: la materia è complessa, trattata diversamente in base alle province, e le regole cambiano in base al primo o al secondo ciclo di scuola o ai Comuni di appartenenza. Come abbiamo rilevato più volte in V Commissione, manca un coordinamento strutturale e una comunicazione veloce ed efficace tra Regione, Comuni, Città Metropolitane, Consorzi e USR. Stesso problema per il sistema integrato zero-sei anni, la rete di nidi e scuole d’infanzia che in Sicilia non è mai decollata pur essendo stato istituito dallo Stato con il decreto 65 del 2017. Da insegnante di scuola media e militante della scuola secondo Costituzione so con certezza che partire bene nei primissimi anni di vita è il più potente antidoto alla dispersione scolastica e al rischio di devianza giovanile.
Infine i trasporti scolastici. Nella variazione di bilancio ci siamo battuti perché tutti i Comuni che avessero fatto istanza lo scorso anno ricevessero il finanziamento per acquistare i pulmini scolastici e siamo riusciti a farlo passare in aula nonostante il parere contrario dell’assessore al bilancio. Se l’assessorato all’istruzione si è mostrato sensibile al tema, restano invece assolutamente carenti I trasporti scolastici per gli alunni pendolari da un Comune a un altro. Più volte ho sottoposto il problema all’assessore Aricò perché di fatto viene fortemente compromesso il diritto allo studio di migliaia di nostri ragazzi e ragazze“.
Questione calda degli ultimi giorni riguarda il taglio ai fondi per l’assistenza ai minori stranieri non accompagnati. Cosa è successo e qual è la sua posizione a riguardo?
“E’ successa una cosa gravissima che i Comuni siciliani, attraverso l’Anci, hanno denunciato: il Governo Meloni ha tagliato retroattivamente del 65% la copertura dei costi già sostenuti per l’accoglienza dei bambini e dei ragazzi sbarcati e accolti dai Comuni e dalle associazioni che se ne occupano. Significa strangolare ulteriormente i Comuni che si trovano costretti a dover scegliere tra la disumanità di interrompere un servizio essenziale e il dichiarare il dissesto, mettendo a rischio altri servizi essenziali per la cittadinanza. Il tutto mentre nel nostro mare Mediterraneo continua la strage e i tg ci mostrano ancora la minuscola bara bianca dell’ennesima bambina che ha trovato una morte atroce insieme a suo padre. Disumanità di uno Stato che investe miliardi in un centro di detenzione per fortuna vuoto in Albania e invoca ruspe contro persone ai margini della società. Anche per tutto questo abbiamo il dovere etico di proporre un’alternativa democratica a un governo che semina odio e combatte i poveri invece della povertà“.