Tutti hanno predicato unità, persino nei comunicati ufficiali. Eppure, nel centrodestra palermitano, non si perde occasione per far emergere ciò che non va. Che siano strade sporche, alberi non potati o arenili pieni di spazzatura, poco cambia. Nessuno si tiene niente dentro di sé. Preferisce esteriorizzare. Rendere pubblico il proprio malcontento. E il weekend di Ferragosto non ha fatto eccezione.
Il motivo della discordia: la cura ambientale
Un vero e proprio leitmotiv di questo 2025. Dal 30 aprile in avanti, giorno in cui furono varate le delibere sugli aumenti di Tari e tassa di soggiorno, il Consiglio Comunale ha approvato poco o nulla. Sul fronte degli atti di un certo peso infatti, si annovera soltanto la terza variazione di bilancio di questo 2025. Via libera che sostanzialmente ha chiuso le ostilità a Sala Martorana.
A tenere banco in questi giorni dalle parti di Palazzo delle Aquile è stato il tema ambientale. Da un lato gli alberi finiti al suolo fra sabato e domenica a causa del maltempo. Dall’altro lo stato pietoso in cui si sono presentati gli arenili di Palermo dopo il weekend. Su quest’ultimo tema, in tanti non hanno mancato di dire la propria. Ma se dall’ex capogruppo del M5S Antonino Randazzo una riflessione del genere era attesa, da alcuni esponenti del centrodestra locale no. Da Natale Puma, consigliere comunale della Democrazia Cristiana, a Giuseppe Federico, presidente della II Circoscrizione ed esponente di Fratelli d’Italia. Molti hanno mostrato perplessità sulla gestione complessiva delle dinamiche del Ferragosto.
“Le spiagge di Arenella e Vergine Maria sono state lasciate in uno stato vergognoso“, ha tuonato in una nota Natale Puma. Mentre Giuseppe Federico, riferendosi allo stato del litorale di Romagnolo, ha dichiarato: “La responsabilità dell’inciviltà di alcuni cittadini non può essere usata come alibi per giustificare l’assenza di una strategia di manutenzione e cura costante. La pulizia degli arenili non è un favore, ma un dovere“. Toni che non sembrano confacenti a rappresentanti della maggioranza attualmente al governo della città. Commenti che denotano, oltre all’imperante inciviltà di alcuni concittadini, le carenze di un piano che non ha funzionato a pieno. Ciò sia sotto il profilo della prevenzione che della pulizia. Compito, quest’ultimo, affidato alla Reset, società Partecipata del Comune che ha visto inserita tale incombenza fra le pieghe del nuovo contratto di servizio approvato quest’anno.
Chiaramente, non c’è nessun affondo diretto al vertice. Ma qualcosa in questo weekend di Ferragosto sembra non aver convinto a pieno alcuni esponenti di maggioranza. E qualcuno, leggasi Federico, ha chiamato direttamente in causa l’assessore all’Ambiente Pietro Alongi, già finito fra gli sguardi dardeggianti dell’esponente di Fratelli d’Italia a piú riprese. Non ultimo questo weekend. Ovvero quando fra via Messina Marine e via Kolbe sono caduti due alberi, per fortuna senza ferire nessuno. Motivo del contendere l’attuazione del tanto atteso accordo quadro sul verde urbano. Un progetto da 12 milioni di euro che mira a colmare un gap ultra-decennale sulla manutenzione del patrimonio arboreo della città. Un atto sempre di competenza dell’assessorato all’Ambiente guidato proprio da Alongi, il quale ha attualmente le deleghe relative sia ai rapporti con Rap che con Reset.
Problemi di comunicazione
Chiamateli se volete mal di pancia. Oppure espressioni di un’insoddisfazione estemporanea. Fate voi. Magari, in un’altra epoca, tali malcontenti non sarebbero venuti nemmeno fuori. Oggi però, in un momento storico in cui la comunicazione è fluida, veloce ed etero-diretta, tutto finisce nel calderone. Dalle critiche ai malumori interni ai vari partiti o fra esponenti della stessa coalizione. Soprattutto fra quelli che si “contendono” alcune zone della città. Un fatto che il sindaco Roberto Lagalla ha ben presente visto che, in uno degli ultimi vertici di maggioranza prima della pausa estiva, ha strigliato i propri assessori ad avere una migliore comunicazione rispetto a quanto è stato fatto in questi tre anni di consiliatura.
Se di alcuni si conosce il lavoro a menadito, per altri non si può dire lo stesso. Ad oggo però, su questo fronte, è cambiato poco o nulla. Così, mentre il buono rischia di finire nel dimenticatoio, ciò che non funziona ha sempre la copertina. Ciò anche grazie a polemiche interne che vanno avanti da mesi. E non si deve andare nemmeno tanto indietro nel tempo. Basta riportare le lancette a fine luglio, ovvero a quando il leader di Noi Moderati Saverio Romano si lanciò in un affondo frontale nei confronti del sindaco.
Una stoccata sulla quale arrivò l’immediata parata e risposta del primo cittadino e del resto della coalizione. Fatto che mise in difficoltà il vicepresidente del Consiglio Comunale Giuseppe Mancuso, costretto ad una dichiarazione pubblica per rinnovare la propria appartenenza alla maggioranza. Ancora prima, è dai banchi della Lega che si sono sollevate critiche sulla gestione di alcune società Partecipate del Comune di Palermo, in particolare su Amat e Rap. Fronti recentemente attenzionati anche dall’AGCM. Insomma, tutti ingredienti che rendono questo inizio di quarto anno di consiliatura decisamente speziato.