Torna la “spada di Damocle” del dissesto sul destino del Comune di Taormina. Stando ad insistenti voci di queste ore, la Corte dei Conti – Sezione Sicilia – avrebbe deciso, infatti, di decretare la bocciatura del piano di riequilibrio presentato nel 2018 dalla casa municipale taorminese. Si tratta di una eventuale determinazione che spingerebbe il Comune nel baratro del dissesto. Sulla vicenda adesso si attendono conferme o smentite.
“Siamo in attesa della decisione della Corte dei Conti“: così il sindaco Mario Bolognari, nel frattempo, ha commentato i rumors. L’auspicio della casa municipale è che possano esserci dei margini di manovra per scongiurare l’esito negativo di una procedura che investe non solo le sorti economiche, finanziarie ed amministrative del Comune ma più in generale il futuro della città.
Si tratta di un piano esitato nel 2018 (nell’allora consiliatura dell’Amministrazione Giardina) che concerne debiti 18.429.873,75 euro. Il finanziamento ipotizzato per il piano è stato così previsto: 11.787.306,10 euro mediante l’assunzione di mutuo e 1.454.914,69 euro con l’applicazione di un avanzo di amministrazione sul bilancio corrente; e 5.187.91,69 euro con risorse ripartite nel periodo 2019-2027, che è la durata del piano. Lo scorso dicembre la Corte dei Conti aveva riscontrato alcune criticità e richiesto chiarimenti su 12 punti, poi trasmessi a gennaio, con 15 allegati, dal Comune alla CdC a Palermo per un esame definitivo.
I prossimi giorni diventano, a questo punto, uno spartiacque per Taormina, che rischia di trovarsi di fronte ad uno scenario decisamente complicato. In caso di default rimarrebbero regolarmente al proprio posto il sindaco, la Giunta e il Consiglio ma arriverebbero tre commissari espressamente (designati dal Ministero degli Interni) che si occuperebbero del disavanzo pregresso.