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Rivoluzione nella dirigenza regionale, Abbate: “Nuove regole per l’accesso, riforma storica per la Sicilia” CLICCA PER IL VIDEO

giovedì 11 Settembre 2025

La Regione Siciliana si prepara a una riforma storica della propria amministrazione, con l’introduzione di una qualifica dirigenziale unica e nuove regole per l’accesso che prevedono, tra le altre, il ricorso a concorsi pubblici aperti a tutti. Il recente ddl 779, esitato ieri dalla I Commissione Affari Istituzionali presieduta da Ignazio Abbate, è stato frutto di un’ampia concertazione tra Giunta, Assessorato per le autonomie locali e la funzione pubblica, organizzazioni sindacali e Assemblea regionale, punta su meritocrazia e competenze.

Il primo punto del ddl, che ora passa in Aula per la definitiva approvazione, stabilisce l’organizzazione della dirigenza in un’unica qualifica.

Questo cambiamento – sottolinea Abbate –  mira a razionalizzare la struttura amministrativa, superando la frammentazione e semplificando i percorsi di carriera. Sarà poi compito della Giunta, su proposta dell’Assessore, articolare questo ruolo unico in aree di competenza, definendo in modo chiaro i settori di responsabilità. L’accesso alla qualifica dirigenziale avverrà esclusivamente per concorso pubblico. Questa scelta rappresenta un netto cambio di passo verso la trasparenza, consentendo a chiunque di poter ambire ad un ruolo così importante. Una precisa scelta operata dal sottoscritto e dai membri della I Commissione”.

Per partecipare, i candidati dovranno essere in possesso di una laurea specialistica o magistrale, oppure di un Master di II livello o di un Dottorato o ancora di un diploma di specializzazione in materie legate allo studio e al funzionamento della Pubblica Amministrazione. Inoltre bisognerà possedere uno dei seguenti requisiti, pensati per garantire esperienza e competenza:
· Esperienza interna: almeno cinque anni di servizio nell’area immediatamente inferiore a quella dirigenziale per i dipendenti di ruolo delle pubbliche amministrazioni, che si riducono a tre anni in caso di dottorato o master di secondo livello.

· Esperienza esterna: almeno due anni di funzioni dirigenziali in enti o strutture pubbliche non strettamente comprese nel perimetro della pubblica amministrazione, oppure cinque anni di incarichi dirigenziali in amministrazioni pubbliche o enti locali.

Oltre al concorso tradizionale, il decreto introduce la possibilità di accesso tramite corso-concorso selettivo di formazione.

Questa modalità – specifica il deputato della DC – è aperta a laureati e dipendenti pubblici con almeno cinque anni di servizio in posizioni che richiedono la laurea. Il percorso prevede una fase di formazione intensiva, della durata massima di un anno, che culminerà con un esame finale. L’obiettivo è formare una nuova generazione di dirigenti, preparati non solo sul piano teorico, ma anche pratico, grazie a un periodo di applicazione all’interno dell’amministrazione regionale”.

Per bilanciare la necessità di nuove competenze con la valorizzazione del personale già in servizio, il decreto prevede delle quote di riserva nei concorsi:

· Quota interna: una riserva non superiore al 30% dei posti è destinata al personale regionale con almeno cinque anni di servizio nell’area inferiore a quella dirigenziale.

· Quota per incarichi specifici: un’ulteriore quota, non superiore al 15%, è riservata a chi ha già ricoperto incarichi dirigenziali a tempo determinato.

Queste riserve non intaccano la percentuale di posti destinati all’accesso dall’esterno, che rimane non inferiore al 50%, garantendo così un costante afflusso di nuove professionalità e un ricambio generazionale all’interno dell’amministrazione.

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