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Fipe Confcommercio Sicilia: “Divieto consumazione al banco nei bar, incomprensibile e immotivata, intervenga il MISE”

venerdì 30 Aprile 2021
Dario Pistorio
Dario Pistorio

Un altro pesante colpo ai bar che hanno subito ingenti perdite economiche e migliaia di posti di lavoro.

La circolare con cui il Ministero dell’Interno ritiene che il decreto riaperture vieta ai bar la possibilità di effettuare la somministrazione al banco non ha alcun fondamento giuridico e nessuna ragione di sicurezza sanitaria.

Si tratta di un’interpretazione che nessuno si aspettava considerando che il decreto non esclude espressamente il consumo al banco ma, al contrario, ha voluto specificare con quali modalità può avvenire il consumo al tavolo (esclusivamente all’esterno fino al 31 maggio).

D’altra parte, dopo 14 mesi di blocco delle attività di ristorazione, almeno l’aspettativa di una regolamentazione puntuale non dovrebbe essere tradita: in zona gialla i bar hanno sempre avuto la possibilità di effettuare la somministrazione al banco anche in virtù del fatto che si tratta di un consumo veloce, che non implica una lunga permanenza all’interno degli esercizi.

In sostanza, stando alla circolare del Ministero dell’Interno, la somministrazione al bancone non si potrà fare prima del 1 luglio mentre a partire dal 1 giugno sarà possibile consumare al chiuso ma al tavolo. Un paradosso giuridico e sanitario.

È un attacco al modello di offerta del bar italiano – dichiara Dario Pistorio, presidente di Fipe Sicilia – che si differenzia da quelli degli altri Paesi proprio perché basato sul consumo al banco. Un provvedimento punitivo senza che vi sia nessun fondamento scientifico sui rischi sanitari che si corrono. Anzi la scienza continua a sostenere che il rischio di contagio cresce con l’aumento del tempo di contatto“.

Per dare voce ai bar del nostro territorio, Fipe – Confcommercio Sicilia si associa alla richiesta del Presidente Stoppani di un intervento urgente da parte del MISE (Ministero dello Sviluppo Economico), perché ormai il tema della salute pubblica non può essere separato da quello della tenuta di un intero settore produttivo. D’altro canto, la norma per come è scritta non lascia adito ad interpretazioni.

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