Si continua a giocare sulla salute delle persone raggirando i controlli anti-Covid.
Si sta cercando di fare chiarezza in merito all’ultimo volo arrivato dall’India in cui il 9% dei passeggeri, compresi due membri dell’equipaggio, è risultato positivo al Covid, nonostante avessero tutti un certificato di negatività al virus.
A quanto pare, per raggirare i divieti messi a punto dal ministero della Sanità italiana, alcuni dei passeggeri hanno acquistato un certificato falso prima di partire.
A darne notizia è quotidiano Il Messaggero che ha intervistato diversi passeggeri arrivati mercoledì sera a Fiumicino provenienti da Nuova Delhi. Uno dei 223 passeggeri ha raccontato che: “Il tampone non l’ho fatto, ma ho pagato per farmi rilasciare un falso certificato col timbro“, ma appena arrivato in Italia è stato subito sottoposto alle verifiche sanitarie imposte dal nostro Paese.
A quanto pare bastano 30 dollari per acquistare al mercato nero una certificazione che attesti la negatività ai tamponi Covid e raggirare le normative indiane che prevedono che si possa partire solo se si è in possesso di un tampone negativo fatto entro 48 ore dal volo.
Le norme anti-Covid italiane prevedono che, anche se i tamponi risultino negativi, i passeggeri dei voli restino in isolamento per 14 giorni. Però secondo l’assessore della Sanità del Lazio, Alessio D’Amato, evidenzia che non tutti rispettano questa norma e dice: “Davvero pensiamo che un lavoratore tornato dall’India legge l’ordinanza e di sua iniziativa decide di isolarsi? Serve un sistema del tutto differente, bisogna recuperare le liste dei passeggeri tornati dall’India, dal Bangladesh e dallo Sri Lanka, e inviarle alle varie Asl”.
Queste azioni, purtroppo, mettono a rischio la salute del Paese mettendo a rischio i cittadini avviando dei focolai che faranno rialzare la curva epidemica, specialmente nel caso della variante indiana, la più infettante.