Ad Enna alleati, a Palermo avversari. Sembra paradossale ma è così. E’ questo lo scenario che si trovano ad affrontare il leader di Noi Moderati Saverio Romano e una delle tre colonne portanti di Grande Sicilia, ovvero il sindaco Roberto Lagalla. L’annuncio è arrivato questa mattina. Ad ufficializzare l’accordo elettorale nel più piccolo capoluogo di provincia della Sicilia sono stati l’assessore regionale Francesco Colianni e Francesco Di Venti per Mpa-Grande Sicilia, nonchè Giuseppe Savoca e Gaetano Di Maggio per Noi Moderati. Fatto che cementa un’alleanza “moderata ed autonomista” in quel di Enna. Tuttavia, se si ci sposta di un centinaio di chilometri verso nord-ovest, a Palermo la situazione è totalmente diversa.
La dualità fra Roberto Lagalla e Saverio Romano
Nel capoluogo siciliano infatti, i rapporti fra il sindaco Roberto Lagalla e il leader di Noi Moderati Saverio Romano sono completamente opposti. Il parlamentare ha attaccato a più riprese il primo cittadino, ponendosi da fine luglio in poi all’opposizione rispetto all’ex Rettore. Fatto che ha avuto, come sostanziale conseguenza, l’uscita di scena da Noi Moderati del vicepresidente del Consiglio Comunale Giuseppe Mancuso. Un ex della compagine civica del sindaco, ovvero Lavoriamo Per Palermo, confluita all’interno del più grande progetto politico rappresentato da Grande Sicilia. Soggetto politico in cui figurano anche l’MpA di Raffaele Lombardo e il gruppo più vicino all’ex presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè. Proprio a causa della sua vicinanza al progetto del centrodestra, Mancuso ha deciso di rompere il rapporto con “Noi Moderati” passando alla Lega. Proprio quel Carroccio che ha da qualche mese avviato nell’Isola un asse politico con la Democrazia Cristiana di Totò Cuffaro.
Enna e Palermo. Due situazioni diverse ma che coinvolgono gli stessi attori protagonisti. Da un lato Saverio Romano. Dall’altra Roberto Lagalla. Come si spiega quindi questo paradosso? Abbiamo provato a chiederlo a due dei principali attori dei fronti coinvolti. Sul fronte del sindaco di Palermo, il primo cittadino spiega che, a suo giudizio, l’asse fra Grande Sicilia e Noi Moderati ad Enna “è una che viene abbracciata positivamente. Del resto – spiega Roberto Lagalla -, il fatto di aprirsi al dialogo nei diversi territori e pensare ad alleanze è qualcosa di cui si parlato anche nell’ultimo tavolo di Grande Sicilia“.
Caronia: “Grande Sicilia non si esaurisce con Roberto Lagalla”
Dall’altra parte, è la deputata regionale Marianna Caronia a dare la propria lettura della situazione. “L’Amministrazione di Roberto Lagalla è una cosa, Grande Sicilia è un’altra – spiega la deputata regionale di Noi Moderati -. E’ un’appendice in cui confluiscono sia Raffaele Lombardo che Gianfranco Miccichè. Con l’MpA abbiamo fatto insieme la lista alle regionali. Parliamo di un soggetto più ampio che non si risolve con l’Amministrazione Comunale a Palermo, nata quando ancora Grande Sicilia non esisteva“.
“Noi abbiamo preso le distanze dall’attuale Governo della città di Palermo. Siamo all’opposizione – aggiunge Marianna Caronia -. Cosa diversa è il dialogo con Grande Sicilia. Non è un partito che vive solo di Lagalla. Anzi, è più presente in altre province. Ad Enna si è creata una cordata con MpA e Grande Sicilia. Stiamo parlando di un’esperienza locale. A Palermo manteniamo la stessa posizione, ovvero all’opposizione di Roberto Lagalla. Noi eravamo interessati ad una condivisione di programma. Nel corso d’opera, sono cambiate geometrie e perimetri. Peraltri, i risultati di gestione sono scaduti e sono diversi rispetto a quelli discussi inizialmente“.





