“Avete visto la canea che si è abbattuta nei miei confronti? Il magistrato fa il suo lavoro e la legge consente lo svelamento di alcuni fatti. Ma non credo sia normale che il mondo intero sappia di contestazioni che a mio avviso dovevano essere blindate”. L’ha detto il coordinatore di Noi Moderati, il parlamentare Saverio Romano, indagato nell’inchiesta che coinvolge anche l’ex governatore siciliano Totò Cuffaro, prima di rendere l’interrogatorio preventivo al Gip.
L’indagine, che coinvolge anche l’ex governatore siciliano Totò Cuffaro, riguarda un comitato d’affari illegale che gestiva appalti e concorsi pubblici nella sanità. Sia per Romano che per Cuffaro la procura ha chiesto l’arresto. Secondo l’accusa avrebbero pilotato un appalto bandito dalla Asp di Siracusa al cui vertice era stato piazzato, proprio su pressione di Romano, il manager Alessandro Maria Caltagirone.
“Non voglio fare polemica con i giornali – ha aggiunto – ma noto che c’è qualcosa che non funziona in quel che è avvenuto. Ho subito una sentenza di condanna irrevocabile, non avendo ancora capito cosa mi si contesta”.
“Io sono una delle personalità che più si è esposta per cambiare il sistema – ha spiegato -. Qui si pone un tema che riguarda le custodie cautelari. Da quando è in vigore la legge, il numero di richieste di arresto è duplicato. È palese che qualcosa non funzioni”.
“Su di me nessuna intercettazione”
“Non c’è una sola intercettazione che mi riguardi ne’ ci sono chat su di me riferite a fatti criminosi”, prosegue.
“Ho chiarito la mia posizione – ha detto Romano – e, come avevo già annunciato, ho risposto alle domande relative al capo di imputazione. Ho trovato una certa difficoltà a collegare le contestazioni con i fatti reali. Ho risposto su ciò che mi risulta e ho dovuto fare l’esegesi delle intercettazioni”.
“Ho chiarito la mia posizione – ha detto Romano – e, come avevo già annunciato, ho risposto alle domande relative al capo di imputazione. Ho trovato una certa difficoltà a collegare le contestazioni con i fatti reali. Ho risposto su ciò che mi risulta e ho dovuto fare l’esegesi delle intercettazioni”.
Per Romano e altre 17 persone la procura di Palermo ha chiesto gli arresti domiciliari. Il gip dovrà decidere sull’istanza al termine degli interrogatori preventivi. Per il deputato, qualora venisse accolta la richiesta di misura cautelare, sarebbe necessaria l’autorizzazione a procedere del Parlamento. A proposito delle sue presunte pressioni per l’aggiudicazione del subappalto, l’ex ministro ha risposto: “Non è accaduto e non c’era alcuna possibilità che ci fosse un patto tra me e questi signori e quindi nemmeno una ricaduto sul patto”.




