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I dati

Le nuove sfide tra over tourism e desertificazione: l’evoluzione del turismo e le previsioni per il 2040

lunedì 17 Novembre 2025

Sarà ormai novembre inoltrato, ma la Sicilia continua a parlare di turismo. Un comparto sempre in continua evoluzione, capace di rinnovarsi ed evolversi cogliendo le diverse sfaccettature che compongono l’Isola. E’ proprio questo uno degli elementi nevralgici emersi nel corso della IX edizione della Borsa del turismo extralberghiero, co-organizzata da Confesercenti Sicilia e dall’Assessorato regionale al Turismo, Sport e Spettacolo, la due giorni andata in scena nell’ultimo fine settimana al Terminal Cruise del porto di Palermo.

Un aspetto ben evidente soprattutto nell’ultimo quinquennio, con l’avvento della pandemia nel 2020 e il cambiamento nelle abitudini di viaggio. Fino al 2022 si è così assistito ad un consolidamento di una forte domanda per il turismo di prossimità e di natura, prodotti esperienziali orientati al benessere, alla riscoperta dei territori minori e al contatto con l’ambiente. Un processo che ha subito poi un deciso ritorno del turismo culturale e del turismo degli eventi dal 2024, con un crescente interesse verso festival, mostre e iniziative a forte contenuto partecipativo e creativo. Un momento storico, però, che ha certamente lasciato un’impronta con la diffusione di una nuova filosofia “slow travel”, basata su tre pilastri: qualità vs quantità; esperienze autentiche e legame con i territori; valorizzazione del tempo e sostenibilità. Oggi vediamo così in fase di sviluppo: cammini, trekking, trail, running; visite a borghi, musei locali, centri storici; esperienze enogastronomiche; cicloturismo, MTB, birdwatching, turismo fluviale.

Il turismo extralberghiero e le previsioni per il 2040

Il tutto ha impattato sulla ricettività extralberghiera e sui territori, creando una discrepanza tra over tourism e desertificazione. Ed è proprio su questo che si è contrata una ricerca condotta dal Centro studi turistici di Firenze, presentata proprio durante la Bte, su 127 Comuni siciliani. I dati, mediante una rielaborazione di numeri Istat sono al netto del fenomeno degli affitti brevi in quanto non essendo disponibili per i singoli comuni vi era la necessità di renderli omogenei e comparabili con il dato regionale. A questa prima analisi sono stati affiancati sia il trend della popolazione residente nelle aree campione sia il trend delle nuove aperture o chiusure delle sedi di impresa attraverso la rielaborazione dei dati di Unioncamere Sicilia.

Un aspetto però interessante e che lascia riflettere sulle effettive sfide del futuro è quello che riguarda le previsioni. Se la domande turistica nel 2019 era pari a 1,464 miliardi per il 2040 potrebbe arrivare a 2,400 miliardi, trainando con sé nuovi comportamenti, nuovi stili emergenti e orientamenti della domanda. Quali saranno dunque le tendenze nel 2040? Si parla così di short break, cioè sempre più turisti che pianificheranno brevi soggiorni durante l’anno. In tal senso vi sarà la propensione a optare per soluzioni e periodi più economici, con il verificarsi di un impatto crescente di strumenti online e social media. Tra le previsioni anche la crescita in termini di attrattività delle cosiddette destination dupes (destinazioni alternative che offrono un’esperienza simile a quelle più famose, ma sono meno costose, meno affollate e meno note). Criterio prioritario potrebbe così diventare la sostenibilità, con una domanda sempre più elevata di esperienze personalizzate in natura, gastronomia o cultura.

Ricettività alberghiera ed extralberghiera

I 127 comuni sono stati suddivisi in tre raggruppamenti: 9 comuni capoluogo di provincia, 90 comuni lungo la costa, 28 comuni dell’area dei Nebrodi per la rappresentatività delle aree interne. In particolar modo: 60 nel Messinese, 15, nel Trapanese; 14 nel Catanese; 12 nel Palermitano; 10 nell’Agrigentino; 6 nel Ragusano; 5 nel Siracusano; 3 nell’Ennese e 2 nel Nisseno.

Nel 2024 la ricettività della Regione si presentava con con 7.694 esercizi totali e 193.515 posti. Per quanto riguarda il comparto letto alberghiero 1.150 esercizi e 106.804 posti letto, il 55,2%, mentre quello extralberghiero 6.544 esercizi e 86.711 posti letto, il 44,8%. Dal 2015 al 2024 il comparto alberghiero perde 157 imprese (-12%) e circa 13 mila posti  letto (-10,7%). Nello stesso periodo l’extralberghiero aumenta di 1.976 nuove imprese  (+43,3%) e di circa 12.700 posti letto (+17,1%). Complessivamente il saldo del periodo è  di 1.819 nuovi esercizi, esclusivamente extralberghieri, a fronte di una diminuzione di circa 120 posti letto. Secondo le ultime statistiche fornite dall’Assessorato Regionale al Turismo la consistenza  delle strutture classificate «Affitti brevi» per il 2024 ammontano a 39.798, per un totale di 203.450 posti letto. Nonostante il forte incremento del numero di imprese ricettive, in termini di disponibilità di posti letto non si sono registrate variazioni significative. Infatti, se nel 2015 la densità ricettiva segnava 7,50 posti letto per km², nel 2024 rimane ancorata a 7,49 letti per km².

Flussi turistici

Il movimento turistico del 2024 ha totalizzato più di 17,3 milioni di pernottamenti e oltre 5,8 milioni di arrivi. Dal 2015 al 2024 il settore ha registrato circa 1,3 milioni di arrivi in più (+28,1%) e oltre 2,8 milioni di presenze in più (+19,6%). Nel comparto alberghiero gli arrivi sono aumentati di oltre 406mila unità (+16,1%) e le presenze di oltre 1,1 milioni (+14,7%). Variazioni ancora più significative per l’extralberghiero che registra una crescita di circa 870mila arrivi (+43,2%) e di oltre 1,7 milioni di presenze (+24,8%). Secondo le ultime statistiche fornite dall’Assessorato Regionale al Turismo la movimentazione nelle strutture classificate come affitti brevi ammonta a oltre 1,2 milioni di arrivi e oltre 5 milioni di presenze. Nel 2024 la densità turistica è stata di 671,6 presenze per ogni km². Per la Toscana, che gode di un posizionamento di mercato abbastanza diverso, la densità turistica nello stesso anno è stata di 2010,7 presenze per km². La Puglia, invece, ha raggiunto un valore di 915,7 presenze per km².

Mercato turistico nei tre raggruppamenti

I 127 comuni concentrano il 78,8% di tutti gli esercizi attivi in regione e detengono l’87,3% dei posti letto del totale regionale. La rappresentatività del campione è ancora più significativa se rapportata al movimento turistico complessivo della regione. In questo caso nelle aree di interesse si concentrano il 91,9% di arrivi e il 93,5% di presenze.

Dal 2015 al 2024 le imprese alberghiere hanno registrato un saldo negativo, sia nel numero di esercizi (-9,5%) sia per posti letto (-9,2%). Un trend diversificato tra i diversi raggruppamenti territoriali: flessione contenuta nei comuni capoluogo, diminuzione di oltre 10 punti nei comuni costieri e forte calo nei comuni dei Nebrodi.

Un’evoluzione diametralmente opposta hanno registrato le imprese extralberghiere che segnano una crescita del 44,1% di esercizi e dell’11,1% di posti letto. Anche in questo caso fanno eccezione i comuni dei Nebrodi dove la contrazione si è manifestata sia per gli esercizi che per i posti letto.

In due dei tre raggruppamenti osservati lo sviluppo della ricettività raggiunge livelli ben al di sopra dei valori medi regionali (7,49 letti/sup). nel totale dei comuni capoluogo la densità ricettiva è di 20,48 posti letto per km², mentre tra i comuni della costa sale a 21,71 posti letto per km². Valori al di sotto della media regionale per i comuni dell’area dei Nebrodi

Ancora più interessanti i valori che emergono per alcune delle principali destinazioni osservate. Spicca il valore della densità ricettiva di Giardini Naxos, ma anche di Taormina, San Vito Lo Capo e Cefalù. Un apprezzabile livello di sviluppo turistico risulterebbe anche per Palermo, mentre per i Nebrodi l’indicatore di sviluppo dei singoli comuni risulta abbastanza contenuto.

Su 17,3 milioni di pernottamenti regionali il 62,6% sono trascorsi nei comuni costieri e il 30,6% nei comuni capoluogo, che attraggono prevalentemente una domanda internazionale.

L’indice di densità turistica dei comuni capoluogo è di 2.116,6 pernottamenti per km², contro i 671,6 del dato regionale. Significativo anche il dato dei comuni costieri con 2.057,1 pernottamenti per km². Per l’area dei Nebrodi il dato è decisamente contenuto. Ovviamente bisognerebbe tener conto anche della stagionalità della domanda, per individuare eventuali periodi di criticità delle destinazioni.

Dal 2015 al 2024 la crescita dei flussi turistici dei tre raggruppamenti ha seguito lo stesso trend regionale, con un deciso rafforzamento del mercato straniero. La popolazione residente decresce ovunque, ma in misura minore nei comuni costieri dove si concentra la quota maggiore di presenze turistiche di tutta la regione. Diminuisce la quantità pro-capite di rifiuti prodotti in un anno, ma in misura meno che proporzionale rispetto al trend della popolazione residente. Ancora più interessante il trend generale delle attività produttive con un saldo positivo di nuove imprese.

Nel  2015 si contavano circa 48mila imprese nel commercio al dettaglio, che scendono a oltre 41.800 nel 2024 con una variazione negativa del -12,8%. Trend uniforme in tutti i territori, con una variazione ancora più significativa nei comuni capoluogo e costieri che solitamente concentrano la quota maggiore di tutti i pernottamenti della regione. Andamento opposto per le attività della ristorazione che segnano ovunque variazioni positive a doppia cifra.

La procedura utilizzata per la definizione degli indicatori si è avvalsa di uno schema logico, sicuramente perfettibile, definito dal CST di Firenze: rapporto posti letto ricettività, presenze turistiche con la superficie territoriale e popolazione, normalizzazione degli indicatori per consentirne la comparazione tra comuni, creazione di un indice sintetico e individuazione di quattro livelli di intensità della pressione turistica. In base a questo schema solo poche località costiere raggiungono i livelli più alti di pressione turistica, percepita in maniera ancora più negativa durante i mesi di alta stagione. Invece, nel 100% dei casi i capoluoghi hanno conseguito un indicatore sintetico compreso tra il livello di sviluppo regolare e moderato.

Con lo stesso criterio l’indicatore sintetico attribuito ad ogni comune fa emergere un livello di sviluppo moderato solo per Palermo, Siracusa e Catania. Tutti gli altri capoluoghi rientrano nei parametri di uno sviluppo regolare. Qualche riferimento ad altre realtà nazionali con caratteristiche territoriali più o meno similari, o con dimensione dei fenomeni turistici abbastanza comparabili, possono aiutare a comprendere meglio il valore effettivo dell’indicatore sintetico.

Palermo, Catania e Siracusa condividono lo stesso trend negativo della popolazione residente e cessazione delle attività commerciali. Situazione diversa per le città di Ragusa, Agrigento e Trapani, dove la negatività dei trend si estende ad un numero più ampio di variabili. Anche per Enna, Messina e Caltanissetta la situazione che emerge richiederebbe analisi più approfondite. In pratica l’unica variazione positiva condivisa dalle tre realtà è l’aumento delle attività legate alla ristorazione.

Tra i comuni della costa l’indicatore sintetico ottenuto classifica a livello di sviluppo intensivo solo tre realtà: Giardini–Naxos, Taormina, Letojanni. Altre otto località raggiungono il livello di sviluppo elevato: Isola delle Femmine, San Vito Lo Capo, Campofelice di Roccella, Cefalù, Aci Castello, Sant’Alessio Siculo, Favignana, Gioiosa Marea. Tutti gli altri comuni rientrano nei livelli di sviluppo moderato o regolare.

I comuni dei Nebrodi si collocano tutti ad un livello di sviluppo regolare. Da sottolineare che solo per undici realtà è stato possibile procedere con la classificazione in quanto per gli altri non erano disponibili i dati della movimentazione turistica del2024. Tra quelli osservati solo Santa Domenica Vittoria e Cesarò evidenziano un indicatore sintetico più alto. I valori più bassi sono per Bronte e Tortorici.

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