Nel 2024, gli italiani hanno speso di tasca propria oltre dieci miliardi di euro per l’assistenza sanitaria, principalmente attraverso farmaci da banco e prodotti di marca. In questo scenario nazionale, la Sicilia si colloca stabilmente tra le regioni con i livelli di consumo più elevati. L’Isola continua infatti a registrare valori superiori alla media nazionale, soprattutto per quanto riguarda il consumo di medicinali e alcune categorie terapeutiche molto diffuse.
I dati AIFA
Nel 2024 la Sicilia ha raggiunto 2,7 miliardi di euro di spesa farmaceutica complessiva, cresciuta dell’1,3%. L’impatto aumenta sia sul territorio sia nell’ospedaliera. La spesa territoriale pro capite sale a 144 euro, sopra la media nazionale di 121,8. Quella ospedaliera si ferma a 98 euro, sotto i 113 italiani, segno di un equilibrio diverso tra ciò che gli ospedali gestiscono direttamente e ciò che viene affidato alle farmacie territoriali. Il peso sul PIL regionale tocca l’1,95%, molto più alto rispetto alle regioni del Centro-Nord. Anche i consumi restano elevati: in Sicilia si contano 1.177 dosi giornaliere ogni mille abitanti, contro le 1.136 del dato nazionale.
La Regione continua a investire nei farmaci innovativi. Nel 2024 stanzia 134 milioni di euro, con una crescita dell’8,2% rispetto al 2023, soprattutto per terapie oncologiche, neurologiche e per le malattie rare.
L’uso dei farmaci equivalenti rimane basso: rappresentano il 21% della spesa rimborsata, ben al di sotto della media nazionale del 31,6%. Al contrario, i biosimilari raggiungono il 73,4% del consumo di farmaci biologici, leggermente sopra la media italiana del 72,2%. Il consumo di antibiotici resta molto elevato, con 22,8 dosi giornaliere per mille abitanti rispetto alle 16,9 nazionali, e con il 46% dei residenti che riceve almeno una prescrizione l’anno. Anche gli antidepressivi mostrano un trend marcato: in Sicilia si registrano 43,8 dosi giornaliere ogni mille abitanti, contro le 36,2 del Nord Italia.
L’aderenza terapeutica presenta differenze significative: è del 57,4% negli antipertensivi, del 41,2% negli antidiabetici, del 28,5% nelle malattie respiratorie croniche e del 46% negli antidepressivi. La spesa lorda convenzionata è cresciuta dello 0,7%, il costo medio per dose ha raggiunto 1,10 euro e la spesa pro capite complessiva ha toccato 242 euro, superando i 234 euro registrati nel resto del Paese.
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“La spesa territoriale segue le assegnazioni previste, mentre nell’ospedaliera pesano sempre di più le terapie che vengono portate a casa dei pazienti – spiega -. È lì, nelle famiglie e nelle case, che si vede la parte più fragile del sistema. Sul fronte degli antibiotici continuiamo a scontrarci con un uso improprio e con l’autoconsumo, un’abitudine radicata che spesso nasce dalla paura di non guarire. Non è un problema solo siciliano, ma nazionale, e si supera solo lavorando insieme ai medici di famiglia. L’antibiotico non può essere la risposta immediata a ogni malessere: va usato quando serve davvero, dopo aver seguito le tappe giuste”.
“Sul tema dei farmaci equivalenti la Sicilia rimane indietro – evidenzia -. Paghiamo il peso di una diffidenza culturale perché l’equivalente viene ancora vissuto come una scelta di serie B, anche se non è così. E chi preferisce il farmaco di marca finisce per spendere di più, rinunciando magari ad altre necessità. Per questo l’informazione è fondamentale, e noi farmacisti abbiamo il dovere di proporre sempre l’equivalente quando è disponibile, spiegandone il valore e la sicurezza“.
“Per i pazienti cronici stiamo lavorando su prescrizioni più lunghe e rinnovabili automaticamente, per evitare file inutili negli studi medici e permettere a tutti, soprattutto agli anziani e ai più fragili, di vivere la terapia con meno stress. Ai cittadini e ai colleghi voglio dire che la prevenzione e gli screening non devono essere vissuti come qualcosa da temere. Molte persone li evitano per paura di una possibile diagnosi. Ma è proprio scoprire un problema in tempo che permette di essere presi in carico subito, di non restare bloccati nelle liste d’attesa e di affrontare la malattia con più forza e più possibilità di superarla. La prevenzione non è uno slogan, è un gesto concreto di cura verso se stessi”, conclude.





