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Spesa farmaceutica in Sicilia, Federfarma: “Antibiotici usati male ed equivalenti poco scelti. Serve più informazione”

mercoledì 19 Novembre 2025

Nel 2024, gli italiani hanno speso di tasca propria oltre dieci miliardi di euro per l’assistenza sanitaria, principalmente attraverso farmaci da banco e prodotti di marca. In questo scenario nazionale, la Sicilia si colloca stabilmente tra le regioni con i livelli di consumo più elevati. L’Isola continua infatti a registrare valori superiori alla media nazionale, soprattutto per quanto riguarda il consumo di medicinali e alcune categorie terapeutiche molto diffuse.

I dati AIFA

Nel 2024 la Sicilia ha raggiunto 2,7 miliardi di euro di spesa farmaceutica complessiva, cresciuta dell’1,3%. L’impatto aumenta sia sul territorio sia nell’ospedaliera. La spesa territoriale pro capite sale a 144 euro, sopra la media nazionale di 121,8. Quella ospedaliera si ferma a 98 euro, sotto i 113 italiani, segno di un equilibrio diverso tra ciò che gli ospedali gestiscono direttamente e ciò che viene affidato alle farmacie territoriali. Il peso sul PIL regionale tocca l’1,95%, molto più alto rispetto alle regioni del Centro-Nord. Anche i consumi restano elevati: in Sicilia si contano 1.177 dosi giornaliere ogni mille abitanti, contro le 1.136 del dato nazionale.

La Regione continua a investire nei farmaci innovativi. Nel 2024 stanzia 134 milioni di euro, con una crescita dell’8,2% rispetto al 2023, soprattutto per terapie oncologiche, neurologiche e per le malattie rare.

L’uso dei farmaci equivalenti rimane basso: rappresentano il 21% della spesa rimborsata, ben al di sotto della media nazionale del 31,6%. Al contrario, i biosimilari raggiungono il 73,4% del consumo di farmaci biologici, leggermente sopra la media italiana del 72,2%. Il consumo di antibiotici resta molto elevato, con 22,8 dosi giornaliere per mille abitanti rispetto alle 16,9 nazionali, e con il 46% dei residenti che riceve almeno una prescrizione l’anno. Anche gli antidepressivi mostrano un trend marcato: in Sicilia si registrano 43,8 dosi giornaliere ogni mille abitanti, contro le 36,2 del Nord Italia.

L’aderenza terapeutica presenta differenze significative: è del 57,4% negli antipertensivi, del 41,2% negli antidiabetici, del 28,5% nelle malattie respiratorie croniche e del 46% negli antidepressivi. La spesa lorda convenzionata è cresciuta dello 0,7%, il costo medio per dose ha raggiunto 1,10 euro e la spesa pro capite complessiva ha toccato 242 euro, superando i 234 euro registrati nel resto del Paese.

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Dietro questi numeri c’è  ben altro. C’è una quotidianità fatta di anziani che faticano a seguire terapie sempre più complesse, di famiglie che ricorrono agli antibiotici per sentirsi più sicure, di cittadini che saltano la prevenzione e arrivano ai farmaci quando il problema è già avanzato. A raccontare questa realtà è Gioacchino Nicolosi, presidente di Federfarma Sicilia, che ogni giorno vede cosa accade nelle oltre 1.600 farmacie dell’Isola.

“La spesa territoriale segue le assegnazioni previste, mentre nell’ospedaliera pesano sempre di più le terapie che vengono portate a casa dei pazienti – spiega -. È lì, nelle famiglie e nelle case, che si vede la parte più fragile del sistema. Sul fronte degli antibiotici continuiamo a scontrarci con un uso improprio e con l’autoconsumo, un’abitudine radicata che spesso nasce dalla paura di non guarire. Non è un problema solo siciliano, ma nazionale, e si supera solo lavorando insieme ai medici di famiglia. L’antibiotico non può essere la risposta immediata a ogni malessere: va usato quando serve davvero, dopo aver seguito le tappe giuste”.

“Sul tema dei farmaci equivalenti la Sicilia rimane indietro – evidenzia -. Paghiamo il peso di una diffidenza culturale perché l’equivalente viene ancora vissuto come una scelta di serie B, anche se non è così. E chi preferisce il farmaco di marca finisce per spendere di più, rinunciando magari ad altre necessità. Per questo l’informazione è fondamentale, e noi farmacisti abbiamo il dovere di proporre sempre l’equivalente quando è disponibile, spiegandone il valore e la sicurezza“.

“Per i pazienti cronici stiamo lavorando su prescrizioni più lunghe e rinnovabili automaticamente, per evitare file inutili negli studi medici e permettere a tutti, soprattutto agli anziani e ai più fragili, di vivere la terapia con meno stress. Ai cittadini e ai colleghi voglio dire che la prevenzione e gli screening non devono essere vissuti come qualcosa da temere. Molte persone li evitano per paura di una possibile diagnosi. Ma è proprio scoprire un problema in tempo che permette di essere presi in carico subito, di non restare bloccati nelle liste d’attesa e di affrontare la malattia con più forza e più possibilità di superarla. La prevenzione non è uno slogan, è un gesto concreto di cura verso se stessi”, conclude.

 

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