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Lo spazzamento nei mercati manda in crisi il centrodestra

Un “anche” di troppo e scoppia la maggioranza a Palermo, stallo sul contratto di servizio di Rap

giovedì 27 Novembre 2025

Una congiunzione di troppo. Lo dice anche il proverbio. A volte, la parola ferisce più della spada. Così è stato questa notte per il centrodestra palermitano, spaccato per la seconda volta in meno di 48 ore sul contratto di servizio della Rap. Dopo le polemiche regnate sul procedimento disciplinare aperto dall’azienza a carico di un dipendente, reo di esser comparso in un video social del deputato regionale della Lega Vincenzo Figuccia, a mandare ko la maggioranza è stata una sola parola: “anche”.

Motivo del contendere è stata la richiesta, messa nero su bianco nel secondo degli ottanta emendamenti presentati, di utilizzare espressamente spazzatrici ed idranti per la pulizia dei mercati storici e rionali. Fatto per il quale era necessario rimuovere la parola “anche” dalla frase oggetto del servizio. Un provvedimento sostenuto dalla VI Commissione e dal presidente della IV Commissione Salvo Imperiale.

Ma se dalle opposizioni si ci potevano attendere polemiche, poi puntualmente arrivate, quello che quasi nessuno si aspettava è stata la dura reazione del capogruppo di Fratelli d’Italia Giuseppe Milazzo. L’eurodeputato, di ritorno da Strasburgo, ha criticato fortemente la richiesta dei firmatari, fra i quali compariva anche la collega di partito Teresa Leto. E di fronte al “no” sul ritiro dell’emendamento, Milazzo non le ha mandate a dire: “Se volete votarlo, fatelo. Ma io eviterei forzature di questo tipo. Non è saggio. La ruota gira. Anzi, annuncio che Fratelli d’Italia ritirerà le proprie firme dagli emendamenti“. Risultato: maggioranza in subbuglio e seduta inesorabilmente chiusa.

Orario complicato, gli attacchi dalle opposizioni

A non favorire i lavori d’aula è stato anche, ora ci vuole, l’orario scelto dalla conferenza dei capigruppo per proseguire la seduta. I lavori d’aula sono stati aperti alle 21:30. Un momento della giornata in cui le energie fisiche e psichiche non sono solitamente al massimo. Fra uno sbadiglio e qualche inevitabile palpebra calante, si è susseguita la lunga lista di interventi. Ad aprire le danze è stato l’esponente di “Oso” Ugo Forello. Il vicepresidente della commissione Bilancio ha presentato una pregiudiziale atta a richiedere la presenza in aula dell’assessore al Bilancio Brigida Alaimo. Richiesta affondata dalla maggioranza.

Dopodichè, l’ex pentastellato ha passato in rassegna alcune criticità che, a suo giudizio, fiaccherebbero l’atto. “Piuttosto che farsi prendere dalla fretta ed agire in maniera avventata, sarebbe stato opportuno fermarsi, comprendere le motivazioni del parere contrario del ragioniere generale e, solo dopo, andare avanti“. Il riferimento di Forello è, in particolare, a due circostanze: l’asseverazione del Piano Economico Finanziario (abbreviato Pef) e la mancata attuazione del piano degli investimenti. Elementi che renderebbero l’atto vetusto rispetto agli obiettivi da raggiungere.

Linea sostenuta anche dall’esponente del Gruppo Misto Carmelo Miceli. “Gli atti vanno approvati nel rispetto della legge. Immaginare di fare forzature su asseverazioni non vere e con dati superati, in un periodo del genere, sarebbe da evitare. Avete tirato i tempi all’osso prima di arrivare alla votazione di questa delibera“. A chiudere la lista degli interventi è stata la capogruppo del M5S Concetta Amella. L’esponente pentastellata ha sottolineato la mancata approvazione di atti limitrofi ma complementari al nuovo contratto di servizio, come il nuovo piano industriale di Rap e il regolamento rifiuti. “Con questi atti si sarebbero potuti stabilizzare i 37 ispettori ambientali. Figure chiave nella prevenzione degli abbandoni dei rifiuti. Assessore Alongi, la consigliera Figuccia non ha sbagliato a chiedere le sue dimissioni. Ha sbagliato soltanto la motivazione delle stesse“.

Presentati 80 emendamenti, un “anche” manda in tilt la maggioranza

L’orario ha giocato brutti scherzi, soprattutto sulla tenuta dei nervi dei consiglieri comunali presenti in aula. E le conseguenze si sono viste già a partire dall’analisi del secondo emendamento. Apice del nervosismo regnato in aula durante la seduta. Oggetto della proposta di modifica è stata la richiesta di rimozione di una parola dalla scheda del contratto di servizio relativa alla pulizia dei mercati rionali e storici, ovvero “anche”. Esatto, anche. Una congiunzione. Tanto è bastato per causare il caos in aula. Qualcuno ha dubitato infatti sull’opportunità di togliere tale parola. A spiegare le ragioni del provvedimento è stato l’esponente della DC Salvo Imperiale. “Votare l’emendamento significa vincolare Rap al ricorso a questo tipo di interventi, ad oggi non eseguiti con continuità“.

A sostenere la proposta, oltre allo stesso Imperiale, erano stato tutti i componenti della VI Commissione presieduta da Ottavio Zacco. Organo consiliare di cui ricopre il ruolo di vice l’esponente di Fratelli d’Italia Teresa Leto. Ma proprio fra i meloniani c’è a chi, questo modus operandi, non è proprio andato giù. Si tratta del capogruppo Giuseppe Milazzo. L’eurodeputato ha criticato la decisione di apporre la firma all’atto da parte della giovane esponente meloniana, ricordando ai colleghi di maggioranza i problemi legati ad una simile ingerenza nell’operatività dell’azienda. Ma i proponenti non hanno voluto sentire ragione, mantenendo l’emendamento. Di fronte al diniego sul ritiro della proposta, Milazzo ha perso le staffe e, riferendosi ai firmatari, ha dichiarato: “Se volete votarlo, fatelo. Ma io eviterei forzature di questo tipo. Non è saggio. La ruota gira. Anzi, annuncio che Fratelli d’Italia ritirerà le proprie firme dagli emendamenti“.

In aula è seguito il caos. Il secondo episodio di fibrillazione in meno di due giorni, dopo le polemiche scoppiate in seguito alla richiesta di dimissioni avanzate dalla capogruppo della Lega Sabrina Figuccia nei confronti del direttore generale di Rap Massimo Collesano e dell’assessore all’Ambiente Pietro Alongi. E qualcuno non ha mancato di sottolinearlo. “E‘ imbarazzante litigare per un “anche”. Ritirate l’emendamento ed andiamo avanti. Non è presentabile“, ha dichiarato l’esponente del M5S Antonino Randazzo.

Ancora più duro l’affondo dell’esponente del Gruppo Misto Carmelo Miceli. “Siamo arrivati al punto di interferire con un emendamento sulla gestione di una società Partecipata, solo per dire ai mercatari che la pulizia delle strade è merito di questo o quel consigliere. In pratica, stiamo incidendo sulla gestione di un servizio per fare cavigghie“. Ovvero, la tipica espressione palermitana utilizzata per simboleggiare favori elettorali sdoganata nei lavori d’aula dall’esponente di “Oso” Giulia Argiroffi. Un clima talmente infuocato che, dopo quasi un’ora di stallo, il presidente del Consiglio Comunale Giulio Tantillo ha deciso di chiudere la seduta. Di certo non la notizia che il sindaco Roberto Lagalla si sarebbe aspettato di leggere questa mattina.

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