La città di Palermo continua a boccheggiare sul piano della gestione della raccolta dei rifiuti. Secondo i dati pubblicati da IlSole24Ore in merito alla qualità della vita nelle province italiane, il capoluogo siciliano e il suo hinterland si sono piazzati al 97° posto. Tre posizioni in più rispetto all’anno scorso. Tuttavia, è proprio l’area dell’ecosostenibilità ad essere una delle note dolenti per la Città Metropolitana presieduta da Roberto Lagalla.
La provincia di Palermo si attesta infatti all’ultimo posto per la copertura di raccolta differenziata (107^), con un risultato del 37%. Un numero in crescita rispetto al passato ma che certifica persistenti difficoltà. Restano due, in particolare, i problemi da risolvere: la migrazione della spazzatura infra-cittadina e infra-provinciale, nonchè l’abbandono illegale di rifiuti per strada. Fatto su cui il presidente di Rap Giuseppe Todaro lancia un appello: “Il Consiglio Comunale approvi il regolamento rifiuti. E’ un atto chiave per sbloccare tante risorse. A cominciare dagli ispettori ambientali“.
I dati ISPRA e i numeri forniti dal Comune di Palermo
Il dato fornito da IlSole24Ore fa riferimento agli ultimi numeri forniti dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) nel 2023. A pesare negativamente sulle percentuali sono, soprattutto, le difficoltà del capoluogo siciliano. Anche se i numeri sono in crescita rispetto al passato, come certificato dal documento prodotto il 1 ottobre dall’assessorato all’Ambiente in risposta ad un’interrogazione presentata dal gruppo consiliare del M5S. Sono tre, in particolare, i progetti di raccolta differenziata attivati in città: Palermo Differenziata 1 (coinvolge 140.000 abitanti con una percentuale di RD del 49,1%); Palermo Differenziata 2 (relativo al centro storico con una percentuale di RD del 46%) e il primo step dei fondi PON-Metro (relativo alla VII Circoscrizione, con un dato intorno al 66%).
I problemi: migrazione ed abbandoni illegali
Secondo i grafici forniti dall’assessorato, il dato della città di Palermo si porrebbe complessivamente intorno al 24%. “Siamo in crescita. Chiaramente non si possono fare miracoli – ha dichiarato il presidente di Rap Giuseppe Todaro -. Parliamo di una fotografia vecchia. Oggi abbiamo attivato gli step su metà città e contiamo di arrivare ad un dato del 30% al più presto“.
Un numero che, secondo il consigliere comunale del M5S Antonino Randazzo, sarebbe “ben al di sotto della media provinciale anche se in crescita rispetto agli ultimi dati ISPRA. Finché il “peso” delle aree a cassonetto e del fenomeno della migrazione sarà dominante, i risultati d’eccellenza delle singole zone rimarranno una goccia nel mare dell’indifferenziato. Palermo deve accelerare l’estensione del sistema virtuoso per far emergere il suo reale potenziale“.
Fra le soluzioni torna in auge l’approvazione del regolamento rifiuti
Già, la migrazione dei rifiuti. Ovvero lo spostamento di spazzatura da un quartiere verso un altro o da una città verso l’altra. Un escamotagè che diversi cittadini usano per non dover sottostare al regime di raccolta differenziata. Una vera piaga per la Rap, soprattutto se unita all’altro grande tema. Cioè, gli abbandoni indiscriminati di rifiuti, soprattutto ingombranti, sui marciapiedi del capoluogo siciliano.
Fenomeno che, secondo il presidente Giuseppe Todaro, “impatta per 1200 tonnellate di spazzatura al mese“. Fatto per il quale il numero 1 di Palazzo Cairoli torna a chiedere al Consiglio Comunale l’approvazione del regolamento rifiuti. “A differenza delle altre società Partecipate, Rap ha un suo contratto di servizio vigente. Si deve solo adeguare alle direttive ARERA. Una volta fatto, la priorità è quella di approvare il regolamento rifiuti. Ci serve per dotarci di importanti strumenti per combattere l’inciviltà. A cominciare dagli ispettori ambientali“.




