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L'attacco di Alotta e il contrattacco di Inzerillo

Stallo in Consiglio Comunale a Palermo, malumori in Forza Italia su Tantillo

venerdì 12 Dicembre 2025
Roberto Lagalla e Giulio Tantillo, Comune di Palermo

Nuova frattura all’interno della maggioranza del sindaco Roberto Lagalla. Ancora una volta, una crepa in Consiglio Comunale nasce fra le fila di Forza Italia. A scatenare i microfoni di Radio Palazzo sono state le dichiarazioni del vicecapogruppo Salvo Alotta. Esponente forzista che, senza mezzi termini, ha attaccato la conferenza dei capigruppo ma, soprattutto, il presidente del Consiglio Comunale Giulio Tantillo.

Dai contratti di servizio al regolamento rifiuti: le delibere in stallo

Motivo del contendere è “la mancanza di programmazione – come l’ha definita Alotta – nei lavori d’aula“. Dopo l’approvazione della delibera sull’avanzo vincolato infatti, a Sala Martorana le cose sono andate a rilento. Anzi, si sono praticamente arenate. Le modifiche al contratto di servizio di Rap sono ferme in attesa che gli uffici aggiornino l’atto depositato all’ordine del giorno a dicembre 2024. Il regolamento rifiuti continua a rimanere un mistero irrisolto. La delibera sulla riorganizzazione degli spazi del mercato coperto di Ballarò è nuovamente finita in soffitta. E del contratto di servizio di Amat, da votare entro il 31 dicembre 2025, non si sa ancora nulla. E questi sono solo alcuni degli atti che attendono di essere esaminati dal Consiglio Comunale. Ciò nonostante, in aula non si muove foglia.

Il richiamo di Alotta a Tantillo

Qualcuno, in questo caso il consigliere comunale Salvo Alotta, ha trovato precise responsabilità. “Il rendimento dell’aula risente della continua mancanza di programmazione. In questi anni, presidente del Consiglio e conferenza dei capigruppo avrebbero potuto fare di più per organizzare al meglio i lavori d’aula. I giorni di convocazione dell’aula spesso, infatti, risultano una sorpresa. Il risultato è che la città attende da tempo che atti importanti vengano discussi e approvati. Continuerò a chiedere, insieme al mio capogruppo, una gestione chiara e stabile del calendario, per migliorare efficienza e pieno rispetto del ruolo dei consiglieri comunali, nell’interesse dei palermitani“. Insomma, secondo Alotta bisogna sbrogliare la matassa e andare avanti.

Le incognite del 2026: il rinnovo delle società Partecipate

Da qui a fine consiliatura manca ancora un anno e mezzo. E il 2026 sarà un anno pieno di incognite per il centrodestra palermitano. A cominciare dal rinnovo dei Consigli d’Amministrazione di alcune importanti società Partecipate. Come ad esempio Rap, Amat, Reset e Sispi. Un appuntamento al quale la maggioranza del primo cittadino arriva dopo diversi scivoloni d’aula. L’ultimo risale ad un paio di settimane fa, con la richiesta di dimissioni avanzata dalla capogruppo della Lega Sabrina Figuccia nei confronti dell’assessore Pietro Alongi. Ancora prima, c’era stata la lite tutta interna a Forza Italia fra il capogruppo Leopoldo Piampiano e l’ex capogruppo Gianluca Inzerillo.

Il contrattacco di Inzerillo

Ed è stato proprio Gianluca Inzerillo, approdato da tempo nella corrente del vicepresidente della Camera Giorgio Mulè, a replicare alle parole di Salvo Alotta. Non senza lesinare frecciatine a qualche collega di partito. “La domanda sorge spontanea. Il suo capogruppo, che poi è anche il mio, non ha partecipato alle conferenze? Oppure dobbiamo dedurre che non è in grado di imporre il suo pensiero all’interno di quel contesto? E’ troppo facile prendersela con il presidente del Consiglio o con gli altri capigruppo. Avrebbe fatto meglio a dire che è un fallimento di tutto l’organo. Puntare il dito contro qualcuno in particolare, ovvero contro il presidente, mi sembra pretestuoso“.

I punti interrogativi nel centrodestra: l’attesa sul destino della DC

Al presidente Giulio Tantillo tocca l’arduo compito di sbrogliare la matassa di un calendario d’aula reso più irto da un atteggiamento più aggressivo delle opposizioni ma, soprattutto, dai mal di pancia all’interno della coalizione. Fronte che attende di conoscere, ancora, il destino degli esponenti della Democrazia Cristiana in aula. Ma per quello, con ogni probabilità, ci sarà da attendere l’inizio del 2026.

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