Assolta, in primo grado, dal Tribunale di Marsala dall’accusa di maltrattamento di animali, è stata condannata in secondo grado dalla Corte d’appello di Palermo, per “detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura“, Liliana Francesca Signorello, presidente dell’associazione animalista “Laica” di Castelvetrano, che gestiva due canili che furono sequestrati il 10 settembre 2015 dai carabinieri del Nas di Palermo.
I militari intervennero insieme a veterinari dell’Asp e guardie zoofile di Trapani, trovando oltre cento cani che vivevano in “condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze, in mezzo alla vegetazione spontanea infestata da pulci e zecche, in promiscuità tra animali ammalati, già deceduti ed animali sani”.
Signorello è stata condannata a 12 mila euro di multa. A divulgare la notizia, con una nota, è stato l’Enpa (Ente protezione animali), che nel processo è stato parte civile.
“Si tratta – dichiara Carla Rocchi, presidente nazionale Enpa – di una sentenza che rimette al centro la parola giustizia in una storia di sofferenza e, in tanti casi anche di morte, che ha coinvolto centinaia di cani. Reati che non potevano restare impuniti, ancor più quando la responsabilità ricade su una persona a capo di un’associazione che gli animali dovrebbe tutelarli. Ci sono ancora troppe realtà di canili lager in alcune zone del nostro Paese”.