Tutti insieme appassionatamente? Non proprio, ma almeno per adesso il gruppo parlamentare all’Ars del Movimento 5 Stelle non si scinde. La ventilata scissione di un pugno di deputati regionali, guidati da Sergio Tancredi, non ci sarà. I malumori restano, ma per adesso nella compagine grillina all’assemblea regionale è stata siglata una sorta di tregua armata.
E’ questo l’esito della riunione fiume che ieri ha messo gli uni davanti agli altri i dissidenti da un lato (Sergio Tancredi, la vicepresidente Ars Angela Foti, Elena Pagana, Matteo Mangiacavallo e Valentina Palmeri) e gli altri parlamentari del gruppo, guidati dal capogruppo Pasqua. Alla fine – anche con la mediazione di Giampiero Trizzino, ha prevalso una linea mediana fra i moderati (possibilisti a votare anche provvedimenti del governo qualora siano per il “bene dei siciliani”) e gli oltranzisti che vedono il M5s all’opposizione sempre e comunque: la linea che è passata è quella di una maggiore collegialità nelle scelte.
Ai ribelli è stata contestata una eccessiva presenza mediatica (ecco perchè ieri alla fine della riunione tutti avevano le bocche cucite) e anche l’aver avallato scelte non concordate con il gruppo parlamentare, come l’elezione di Angela Foti alla vicepresidenza dell’Assemblea regionale, ottenuta coin i voti del centrodestra, o il recente voto in occasione dell’esercizio provvisorio, ultimo capitolo di una crisi in atto. I deputati critici, dal canto loro, per adesso incassano la reprimenda ma mettono a segno un punto a loro favore.
Pare comunque che la scissione sia solamente rinviata e che i ribelli siciliani – come confermato da fonti interne – stiano osservando con interesse quanto sta avvenendo a Roma, dove il Movimento 5 stelle gode di pessima salute e dove alcuni ex grillini stanno effettuando grandi manovre per far nascere gruppi parlamentari dissidenti in parlamento. Si parla di due filoni di pentastellati critici: il primo è quello che fa capo al senatore e giornalista Paragone, che starebbe flirtando anche con qualcuno dei deputati siciliani ribelli, e che potrebbe costituire un gruppo parlamentare al Senato che strizzi l’occhio al centrodestra. L’altra area è quella di deputati e senatori vicini al premier Giuseppe Conte, pronti anch’essi qualora la situazione del M5s nazionale dovesse precicitare, a creare un gruppo filo-governativo ma legato a stretto giro al Pd.
Insomma, scissione congelata e palla al centro. Per ora.