Guarda in alto il video della 97ª puntata
“Bar Sicilia“, la rubrica della domenica de ilSicilia.it con Alberto Samonà e Maurizio Scaglione, giunge alla sua 97ª puntata. Questa domenica 9 febbraio 2020 abbiamo ospite il leader della Lega Matteo Salvini.
Il segretario della Lega questa settimana è stato in Sicilia, dove il Carroccio, guidato nell’Isola dal commissario regionale Stefano Candiani, ha da poco battezzato il proprio gruppo parlamentare all’Ars e potrebbe presto entrare nel governo della Regione siciliana.
“Non facciamo miracoli – dice il leader leghista davanti alle nostre telecamere – però abbiamo le idee chiare su cosa fare in Sicilia. Ne ho parlato anche con il governatore Musumeci: strade, autostrade, porti, aeroporti, acqua, agricoltura, pesca, turismo. Ho incontrato pescatori rovinati dalle regole europee. E poi le strade colabrodo: qui ci son 17 mila chilometri di strade provinciali senza manutenzione. Abolire le province ha avuto anche questo effetto, perchè nessuno mette i soldi per la manutenzione di queste strade”.
“Il problema in Sicilia è certa politica romana – aggiunge Salvini – ma il primo nemico da abbattere è la burocrazia, che ferma i sindaci e le opere pubbliche. Certo, poi ci sono quei politici siciliani che hanno preso il voto dei Siciliani, sono andati a Roma e si sono dimenticati della Sicilia e dei Siciliani. Se in cinquant’anni, coi soldi che hanno preso, i politici siciliani avessero risolto i problemi della Sicilia, non sarebbe arrivato un Salvini di domenica mattina a ilSicilia.it a parlare ad esempio dell’autostrada “Palermo-Catania”, degli agrumeti o dei pescatori di Mazara del Vallo. Probabilmente gli italiani ci riconoscono che dove la Lega governa le cose le facciamo. Da Nord a Sud”.
Il leader della Lega spiega che l’unica ricetta possibile per la Sicilia è la concretezza: “Faccio un esempio. emergenza rifiuti: i rifiuti non scompaiono, ma dappertutto diventano energia, diventano calore, posti di lavoro. I no dei 5 Stelle e della sinistra hanno bloccato tutto questo in Sicilia. Spero che si possa recuperare il tempo perduto e che anche qui i rifiuti non diventino un business per la mafia, ma un affare, energia, riscaldamento per i cittadini. La differenza è fra quelli dei no e quelli dei sì, che siamo noi”.
Uno sguardo anche all’autonomia siciliana e al caro-voli: “Innanzitutto, voglio essere chiaro: l’autonomia non si tocca. Qualcuno mette in discussione l’autonomia, ma invece, al contrario, deve essere un obiettivo da raggiungere anche per chi non ce l’ha. Il tema è che poi bisogna applicarla. Devi saperla applicare. In Sicilia sono stati fatti passi in avanti su molti aspetti. La Sicilia ad esempio è una di quelle regioni che spende i fondi europei, ma ci sono ancora molti problemi da risolvere, come la continuità territoriale: la battaglia è avere dei biglietti aerei che non costino 800 euro per andare a Milano o 500 euro per andare a Roma, perchè molti Siciliani prendono l’aereo o per lavoro o per andare a curarsi. E non deve essere uno svantaggio nascere su un’Isola. Questa è una battaglia che stiamo facendo a Roma e a Bruxelles per permettere a Siciliani e Sardi di avere prezzi di spostamento che siano coincidenti con quelli degli altri cittadini italiani”.
Immancabile una frecciata al Pd e a Conte, che vorrebbero apportare sostanziali modifiche ai decreti sicurezza varati dall’ex governo giallo-verde: “Chi parla di cancellare i decreti sicurezza o è ignorante o è in malafede. Nei decreti sicurezza ci sono molte norme dedicate all’agenzia antimafia, all’agenzia per i beni confiscati alle mafie che è raddoppiata come sedi, come poteri, come mezzi, come risorse. Nei decreti sicurezza ci sono soldi ai sindaci, telecamere, assunzioni nelle forze dell’ordine, non c’è solo immigrazione. Poi se vogliamo parlare di immigrazione l’avevo detto prima del voto: se mi votate chiudo i porti e combatto l’immigrazione clandestina. Adesso, per tutta risposta, mi arriva un processo dopo l’altro da molte procure siciliane”.
Infine, un siparietto scherzoso (con qualche scongiuro) con il nostro dono di un pacco di arance siciliane, qualora Salvini dovesse finire dietro le sbarre per avere contrastato gli sbarchi di migranti mentre era ministro dell’Interno: “Se dovesse accadere potrei curare un blog dal carcere su ilSicilia.it”.
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