Il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci attraverso i social aggiorna i siciliani in merito alla situazione dell’Isola sul coronavirus. Proprio ieri il governatore a Palazzo d’Orleans aveva parlato con i giornalisti sulla vicenda. Musumeci rassicura i cittadini con dati e attraverso l’aggiornamento delle condizioni di salute dei tre casi affetti dal Covid-19, presenti sull’Isola. Cerca di sgombrare ogni polemica sui turisti del Nord che arrivano in vacanza in Sicilia e prova a dare rassicurazioni a tutte le attività economiche della Regione.
Le parole del presidente Musumeci
“La macchina finora ha funzionato bene e i dati sono noti a tutti. Negli ultimi sette giorni abbiamo effettuato oltre 250 test. Mi sono fatto dare i dati e gli appunti. i test sono stati effettuatu a chi ha avuto sintomi di febbre o tosse persistente. Soltanto 3 di questi esami dice Istituto della Sanità sono risultati positivi. Noi abbiamo messo a disposizione in tutte le nove province in Sicilia tutto ciò che c’era da fare. Abbiamo incontrato i prefetti della Sicilia per seguire una unica strategia. Abbiamo istituito un numero verde che ha lavorato e continua a lavorare gestito dalla Protezione Civile Nazionale“. Afferma il governatore.
“Non abbiamo esperienza di epidemia del genere, quello che non sapevamo fare, l’abbiamo imparato facendolo. La parola d’ordine era prudenza. E ci siamo riusciti, almeno finora il focolaio è circoscritto. Io mi auguro che tutti i colleghi di Italia a cominciare dal collega Attilio Fontana a cui porgo i miei cari saluti, non abbiamo più da distrarsi per questa epidemia. Noi siamo una Regione di confine. Una regione che ha bisogno di controllare i propri confini“.
Il governatore punta il dito contro il governo di Roma ed evidenzia che: “Abbiamo chiesto allo Stato di predisporre una schiera di controlli negli aeroporti nello Stretto e per i servizi di autolinee. Nessun controllo. Anzi un parziale controllo. Anzi da quello che ci dicono effettuavano controlli random. Una persona in buona fede che proviene dalle zone colpite necessariamente deve evitare la contaminazione. E quale è il compito del presidente della Regione se non quello di tutelare la salute della gente che sta in Sicilia? Siciliani e non. Me lo impone la legge. Prima ancora che l’etica e la morale, me lo impone l’unità di crisi. Ecco perchè ci siamo preoccupati di mettere in allerta tutto il personale che disponevamo“.
“Il problema è che se oggi arrivano 10mila turisti in Sicilia da zone contagiate e determinano una contaminazione delle prime pagine dei giornali, noi abbiamo perso la stagione turistica per tutto l’anno. Perchè se fosse così la Sicilia non sarebbe più una Isola sicura. Se lo stato avesse operato i controlli non dovremmo dare nessuna raccomandazione. Non mi faccio illusioni sulla risposta. Noi dobbiamo coniugare due esigenze che possono apparire in contrasto l’uno con l’altra. La prima è che dobbiamo evitare il diffondersi del virus. La seconda è quella di evitare che la Sicilia appaia un deserto. Ho detto in questi sette giorni di andare avanti secondo normalità. Prudenza non paura. Non chiudersi in casa. Soprattutto dove non ci sono casi di particolare motivo di allarme. Noi abbiamo seguito il protocollo che ci ha dato il Governo Nazionale. Non abbiamo chiuso le scuole, avremmo dato un risultato negativo. Abbiamo il dovere di seguire le autorità sanitaria e scienziati. Niente allarmismo, deve passare l’idea all’estero che la Sicilia è una Regione sicura. Non abbiamo chiuso nulla. Io oggi ho firmato un protocollo che la prima domenica di Marzo, tutti i musei regionali devono essere aperti. In Sicilia non ci sta il coprifuoco. Noi siamo una Regione che vive di turismo. Il problema della normalità deve passare attraverso il concetto che noi stiamo gestendo con serenità e senso di responsabilità questa vicenda. Sul turismo in Sicilia: ma pensate che siamo così sprovveduti? Ma se qui ci scappa il morto ce ne possiamo andare tutti a casa. Smettetela di fare speculazioni: lo dico anche ai politici. Siamo tutti in una situazione di difficoltà. Lasciatemi lavorare“.