“Stiamo lavorando insieme ai presidenti delle Regioni per potere chiedere a Conte di rivedere alcune cose e tentare di salvare il salvabile. Prima però dobbiamo metterci d’accordo perchè anche tra di noi c’è chi dice cose diverse”. Lo ha detto il governatore della Sicilia Nello Musumeci, nel corso di un’intervista all’emittente regionale Telecolor, commentando le dichiarazioni del premier in relazione alla Fase 2.
“Dal governo centrale – ha aggiunto Musumeci – ci aspettavano una maggiore apertura e meno contraddizioni. Noi in Sicilia abbiamo le idee chiare: coniugare la linea della prudenza con quella della ripartenza”. Musumeci ha poi sottolineato che “le misure che potevano andare bene per il Nord non vanno bene al Sud e viceversa. La Sicilia ha un tessuto produttivo formato all’80% da piccole e medie imprese e di questo occorre tenere conto”.
Perplessità su alcune misure annunciate ieri dal premier Conte per la Fase 2 legata all’emergenza coronavirus sono state espresse dal presidente della Regione Siciliana. In particolare le riserve del governatore riguardano l’apertura a giugno di alcune attività, come ad esempio barbieri e parrucchieri o bar e ristoranti, con misure considerate da Musumeci “o troppo stringenti o contraddittorie”.
“Dico queste cose – ha sottolineato – pur avendo adottato in Sicilia misure severe, che però hanno dato risultati. Occorre riuscire a coniugare la linea della prudenza con quella della ripartenza”. Un altro settore che suscita le preoccupazioni del governatore della Sicilia, per le ricadute economiche nell’isola è quello del turismo. “Anche per questo motivo – ha ricordato Musumeci – ho autorizzato i lidi balneari alla pulizia delle spiagge e a tutte le iniziative necessarie in attesa dell’apertura della stagione”.
“In Sicilia non accettiamo più che ci siano due Italia e a due velocità diverse”. Ha detto ancora il presidente della Regione siciliana, facendo riferimento alla realizzazione del ponte Morandi a Genova. “Nel corso della cabina di regia di ieri – ha aggiunto Musumeci – ho detto al premier Conte che in Sicilia non sono tanto le risorse finanziarie di cui abbiamo bisogno quanto piuttosto la necessità di potere spendere presto e bene le risorse finanziarie che già ci sono. La stesse deroghe e gli stessi poteri straordinari che sono state previsti per il ponte Morandi potrebbero consentire nella nostra regione l’apertura,nel giro di pochi mesi, di tanti cantieri in grado di realizzare infrastrutture importanti e di dare lavoro”.