Di seguito pubblichiamo una nota da parte dell’ Associazione Per Onorare La Memoria Dei Caduti Nella Lotta Contro La Mafia
“Dopo che i buoi sono scappati dalla stalla”, il direttore del Dap, verosimilmente, invitato dal ministro di Giustizia a passare la mano rimarrà nella storia come colui che ha favorito l’esodo di massa dal 41bis, per consentire ad alcune decine di boss e criminali vari di trascorre serenamente nelle loro splendide ville coccolati dall’affetto dei loro familiari. Che innocenti vittime siano sottoterra non interessa a nessuno. Il documento del 21 marzo 2020 chiarisce fu concepito, con largo, anticipo nella lucida strategia di consentire l’addio alle carceri. Prova ne è l’articolo de Il Fatto Quotidiano del 29 aprile, che riporta le intercettazioni telefoniche tra boss e familiari “con la scusa del Covid usciamo”, quindi scuse, che noi della nostra “associazione avevamo prontamente intuito e denunciato a più riprese. È noto che il Dap è diretta emanazione del Ministero di Giustizia, che il Direttore viene nominato su proposta del Ministro ed ha l’obbligo di informarlo di qualsivoglia attività relativa all’amministrazione carceraria e di impatto nell’opinione pubblica. Qualora il settimane L’Espresso non avesse svelato la trama, l’operazione sarebbe andata in porto nella totale strumentale riservatezza. Sarebbe opportuno che il ministro di Giustizia oggettivamente ancor più responsabile presentasse, invece di fare lo scarica barile e puntare l’indice contro la magistratura di sorveglianza, si dimettesse egli stesso. E chiarisse di avere o meno informato il Capo del Governo. Nelle circostanze in cui ognuno si comporta come le tre scimmiette (io non vedo, io non sento, io non parlo) avere trovato la farraginosa soluzione di correre alla richiesta di vari pareri, mancando di emanare un decreto ad ok e risolutivo è facendo ricorso ai pannicelli caldi”.