“Parte da Taormina e dalla Valle Alcantara la protesta turistica della Sicilia”. Lo afferma l’imprenditore Angelo Maimone, che ha preso parte alla protesta di alcuni operatori economici del comprensorio che si sono ritrovati a Taormina, in piazza Santa Caterina, per registrare un loro intervento per il programma “Fuori dal Coro”, che andrà in onda stasera su Rete 4, nel quale verrà esternata la preoccupazione degli imprenditori di questo territorio per effetto per la crisi economica determinata dall’emergenza Covid19.
“Proprio di recente è stata costituita l’Associazione Imprenditori turistici associati. Le aziende che ne fanno parte, sono in Sicilia rappresentative di aziende del settore alberghiero, ristorativo, trasporti terrestri e marittimi, parchi divertimento, etc“, spiegano i soci fondatori Angelo Maimone (settore Trasporti Turistici e Mobilità, che a Taormina opera con una società di bus scoperti per itinerari turistici) – Maurizio Vaccaro (settore Alberghiero e Parchi Divertimento) – Leonardo Termini (settore finanza) – Antonio Carbone (Settore comunicazione e TIC) coadiuvati nello svolgimento delle funzioni da Enzo Pisano (settore product manager T.O.) – Angelo Lombardo (settore alberghiero e trasporti marittimi).
“L’associazione – hanno spiegato i fondatori – è fatta di imprenditori che operano nel comprensorio di Taormina e Gole Alcantara. Vogliamo tutelare tutte le imprese della filiera turistica siciliana e coadiuvare le Istituzioni locali, regionali e nazionali nella ricerca di soluzioni da adottare per le nostre imprese al fine di uscire dall’emergenza Covid-19 con il minor danno possibile e con un concreto sostegno per la ripartenza post lockdown”. Per questo l’associazione ha già inviato un documento al Governo nazionale, al Governo regionale, al Comune di Taormina e alle deputazioni.
Chiedono che si dia modo alle aziende di superare i prossimi mesi, fino alla prossima stagione 2021: “Questa fase avrà una durata di 10/12 mesi e dovrà contemplare da parte delle Istituzioni e del Sistema bancario, una serie di interventi che non possono solo essere di prestiti, ma che deve prevedere necessariamente anche delle contribuzioni a fondo perduto alle aziende”. E poi si chiede che venga pianificata la seconda fase che “si protrarrà per tutto il 2021 e che vedrà le aziende impegnate nel ritorno alla normalità operativa, nella quale si spera in ricavi stagionali adeguati e sufficiente al mantenimento delle attività aziendali ed al pagamento dei debiti con le banche postergati in virtù delle disposizioni di legge in merito al posticipo delle rate dei mutui e dei prestiti già in essere prima della crisi”.
Infine si è evidenzia la necessità di una strategia per “una terza fase, relativa alla stagione 2022, nella quale (superati in rischi pandemici) le aziende devono poter ritornare a regime e contare su adeguati ricavi dalle attività ed iniziare a pagare anche i prestiti ottenuti tramite il D.L. 23/2020”. Il grido di dolore, insomma, è quello di un settore turistico che sollecita un piano di interventi sul settore turistico che abbia una valenza almeno fino al 2022 (almeno 24 mesi) e che preveda interventi a sostegno finanziario delle aziende.