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Il 22 maggio, giorno in cui la chiesa celebra Santa Rita da Cascia, a Palermo le vie del centro storico, quelle intorno al Teatro Massimo e alla Chiesa di Sant’Agostino, si affollano di persone e si tingono di macchie colorate che altro non sono che vasi stracolmi di rose da fare benedire.
Ogni hanno è così perché la devozione in città è forte per la “santa dei casi impossibili“: una fiumara di persone va e viene durante l’arco della giornata, normalmente, scandita da continue messe e benedizioni.
Il coronavirus ha interrotto anche questa ritualità ma i fedeli a Palermo hanno omaggiato ugualmente Santa Rita: alle 12, infatti, nella Chiesa di Sant’Agostino, seppur al fine di evitare assembramenti a porte chiuse, è stata celebrata una messa che i fedeli, radunati sui gradini e ai lati dell’edificio, hanno potuto seguire grazie alla diffusione in esterno, partecipando anche alla simbolica benedizione delle rose.
Alle 17, di oggi pomeriggio, con la stessa modalità verrà recitato il Santo Rosario e alle ore 17,3o verrà celebrata un’altra messa in onore di Santa Rita che si potrà seguire in streaming sui canali social.
Santa Rita e le rose
Nella fase finale della sua vita, tra digiuni e grane devozione a Dio, avvenne un altro dei tanti prodigi che segnarono il suo passaggio sulla Terra. Essendo immobile a letto, ricevette la visita di una parente la quale, nel congedarsi, le chiese se desiderava qualcosa della sua casa di Roccaporena.
Rita rispose che le sarebbe piaciuto avere una rosa dall’orto. La parente obiettò che si era in pieno inverno e quindi ciò non era possibile. Ma Rita insistette. Tornata a Roccaporena, la parente si recò nell’orticello e, in mezzo ad un rosaio, vide una bella rosa sbocciata. Stupita, la colse e la portò da Rita a Cascia la quale, ringraziando, la consegnò alle meravigliate consorelle del monastero. Così la santa vedova, madre, suora, divenne la santa della ‘Spina’ e la santa della ‘Rosa’.
Nel giorno della sua festa, in tutto il mondo, questi fiori vengono benedetti e distribuiti ai fedeli.
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