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Rendite catastali troppo alte a Taormina? Il Comune vuole una verifica

sabato 13 Giugno 2020

A Taormina si conferma la difficoltà del Comune nella riscossione dei tributi, il 2020 e il dopo-Covid è destinato ad acuire in termini probabilmente esponenziali il problema per gli effetti dell’emergenza Coronavirus, ma è proprio la casa municipale a mettere sul tavolo della discussione una questione sulla quale spunta anche l’ipotesi di avvio di una verifica presso l’Agenzia delle Entrate. Spunta, infatti, il boomerang delle rendite catastali, che soprattutto in tempi di crisi rischiano di diventare un’emergenza nell’emergenza per la città, sia per gli operatori economici ma anche per i semplici cittadini. Si parla cioè di un valore fiscale che viene utilizzato per determinare il valore di un immobile ai fini dell’imposizione diretta e dell’imposta municipale propria, e di conseguenza l’Amministrazione ritiene che le alte valutazioni attribuite ai vari immobili presenti in città rappresenterebbe il fattore poi scatenante che porta ad una maggiore imposizione dei tributi e alla relativa sussistenza di tanti casi in cui il Comune non riesce a riscuotere. La casa municipale su un gettito complessivo di 30 milioni di tributi, è arrivata in questi anni a riscuotere circa 18 milioni, mentre altri 12 milioni “sono rimasti nelle tasche dei contribuenti”. Eloquente si è rivelato il caso dell’Imu, dove le ipotesi complessive di attesa sul gettito sono pari a 14 milioni di euro ma il Comune, in sede di dibattito consiliare sull’avvenuto slittamento dei termini di pagamento della prima rata (ci sarà tempo sino al 30 settembre per chi è in difficoltà) ha reso noto di non riuscire sin qui ad andare oltre una reale riscossione di 7 milioni 294 mila euro.

“Indubbiamente – spiega l’assessore al Bilancio, Alfredo Ferraro – a Taormina siamo in presenza un’alta incidenza dei tributi, c’è il problema della mancata riscossione e i numeri parlano chiaro in tal senso ma a mio avviso Taormina sta scontando anche un altro fattore. C’è un difetto che non è nell’aliquota Imu del 10,60, bensì nell’attribuzione delle rendite catastali che l’agenzia tecnica messinese ci attribuisce. Taormina è un comune turistico, è la località di riferimento anzi del turismo nell’isola e ha un reddito medio pro capite molto alto e quindi si alzano i valori delle rendite catastali”. “Gli uffici preposti non tornano mai indietro – continua Ferraro – ma una verifica io la farei per capire la situazione. E’ importante abbassare le rendite catastali. Lo Stato, in termini progressivi, ha diminuito drasticamente tutti i trasferimenti erariali, c’è stato un decentramento in favore dei comuni per l’imposizione propria, e oggi Taormina prende ormai briciole dallo Stato. Siamo fregati due volte: non ci danno trasferimenti corretti e invece considerano che la città abbia delle entrate elevate e ritiene che il Comune debba provvedere da solo al proprio sostentamento”.

“Occorre elaborare strumenti – ha aggiunto Ferraro – che possano portare verso una maggiore rateizzazione verso i contribuenti e così porre una soluzione a tutti i contenziosi che esistono. Bisogna cercare di venire incontro al cittadino per recuperare le somme al minore danno per i contribuenti e nell’interesse dell’ente pubblico. Lo stiamo già facendo e faremo dei regolamenti che arriveranno, quanto prima, in Consiglio comunale”.

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