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Niente motivetti al sapore di mare per i multiproprietari del Calampiso Resort.
In questa anomala estate del Covid la stessa spiaggia e lo stesso mare, quello verde-azzurro sotto le scogliere del tratto costiero a 6 chilometri dalla Riserva dello Zingaro e a 10 da San Vito Lo Capo, potranno solo essere un desiderio, da tornare caso mai a realizzare l’anno prossimo. Con tutte le incertezze del periodo e del caso specifico. La struttura, ormai è definitivo, non riapre nel 2020, in controtendenza con tanti altri alberghi siciliani, in particolare le strutture ricettive della stessa San Vito Lo Capo.
Una decisione assunta conti alla mano dal consiglio di amministrazione della Calampiso spa: “Con la situazione creatasi a causa del coronavirus, ossia un drastico crollo delle prenotazioni, la stima sulle perdite d’esercizio che la struttura subirebbe oscillano fra i 300mila e i 400mila euro.“, dice il presidente Gaetano Cusimano. C’è però il problema dei rimborsi. Quelli delle somme pagate lo scorso inverno dai multiproprietari del villaggio.
Situazione controversa, a cui si aggiungono particolari riguardanti la gestione di Calampiso, che adesso alimenta il braccio di ferro tra gli amministratori, che attribuiscono la mancata apertura all’insufficiente numero di prenotazioni, e i titolari delle settimane di vacanza che puntano il dito contro l’inadeguata programmazione, la scarsa agibilità della struttura (che ha tra l’altro perso la classificazione 4 stelle alberghiera) e la mancanza delle necessarie autorizzazioni.
Stamattina, azionisti e rogitanti del Villaggio Calampiso si sono ritrovati per un sit-in sotto la sede legale della società, in via Guardione a Palermo.
“Quella di tenere chiuso il villaggio questa estate è una decisione che sorprende molto sia noi multiproprietari – alcuni legati a Calampiso da 30 anni – sia quella quota di turisti che avevano già programmato il loro soggiorno con tanto di viaggio di andata e ritorno dalle città di residenza, confidando nell’apertura del villaggio promessa dagli amministratori nel rispetto della normativa anti Covid-19 – spiega Guido Cosentino, rappresentante di Rinascita Calampiso, associazione nata in contrapposizione a una amministrazione del villaggio reputata non soddisfacente -. Un affetto tradito, anche perché in ripetute occasioni abbiamo salvato questo villaggio da possibili fallimenti, rifinanziando la società. Adesso occorre valutare se il Covid sia una ragione effettiva per la chiusura oppure un pretesto per coprire errori o ritardi gestionali”.
Il riferimento di azionisti e rogitanti è anche al livello di manutenzione degli immobili del resort: “Molto peggiorato – dice Ferdinando Pedone, rappresentante dei rogitanti – diversi immobili hanno le persiane cadenti e bagni mal funzionanti, una situazione che stride con l’oggettiva bellezza del contesto naturalistico e di questa struttura in sé che dal 2015 fa 60.000 presenze annue, di cui due terzi i titolari delle unità turistico alberghiere e un terzo di turisti. È stato fatto anche un piano di ristrutturazione ma a noi comproprietari non consta che i soldi stanziati siano stati spesi“.
Una situazione che stride con l’oggettiva bellezza del contesto naturalistico e di questa struttura in sé: “È stato approntato anche un piano di ristrutturazione ma a noi comproprietari non consta che i soldi stanziati siano stati spesi. Riguardo alla caparra, stando alle direttive europee, è il consumatore che deve scegliere se averla restituita o meno. Nel caso dei rogitanti di Calampiso non si tratta di valori della caparra cospicui, sia va dai 400 ai 1.500 euro“, specificano alla Rinascita Calampiso.
“La richiesta dei rimborsi da parte di azionisti e rogitanti ci meraviglia – dice Domenico Damiani, legale della Calampiso spa – Non è vero che la società non li abbia pagati, anzi lo ha già fatto in forma diversa per i titolari debitori, riaccreditando queste somme per compensare altre liquidità negative. I titolari creditori nei confronti della Calampiso spa, invece, riceveranno regolarmente l’importo pagato in inverno o, a richiesta, il voucher. La decisione di tenere chiusa il villaggio è molto sofferta ed è stata presa dopo un continuo monitoraggio da parte del nostro consiglio di amministrazione sin dal periodo del lockdown, con comunicazioni ai multi proprietari che invece sono state continue. Tra l’altro in questi mesi abbiamo avuto numerose richieste per evitare la riapertura. Calampiso non ha grandi spiagge, ma solo concessioni per l’utilizzo di limitate porzioni di scogliera. Tra i nostri compiti, oltre a quello di garantire la vacanza, c’è anzitutto quello di proteggere gli interessi dell’azienda“.
Motivazioni insufficienti per i multiproprietari riunitisi oggi per protestare: “In questo modo la Calampiso spa non si distingue per corretta comunicazione – insiste Cosentino – finendo per dare una pessima immagine del villaggio anche con i tour operator che vi indirizzano turisti da varie parti d’Italia. A questo punto ci chiediamo se le stesse richieste di venire a trascorrere una vacanza a Calampiso si registreranno in futuro“.