Se non fosse per le sue città più grandi, sul sistema dei rifiuti l’intera Sicilia si collocherebbe su un livello superiore al 50% di raccolta differenziata. Sull’Isola un comune su tre ha raggiunto la quota del 65%, superando l’obiettivo (fissato al 55% entro il 2025) del pacchetto di regole di economia circolare approvato due anni fa in sede comunitaria. Significa però che due comuni siciliani su tre non si agganciano ancora ai parametri richiesti da Bruxelles. Un ambito sul quale si dovrà lavorare ancora molto per attivare una filiera del riciclo, condizione necessaria per sviluppare una differenziata altrimenti inefficace.
Intanto la Regione prova a spingere di più il cammino delle amministrazioni su questo fronte, a partire dai riconoscimenti per le più virtuose. Lo farà in particolare nell’ambito di “Ecomed Progetto Confort – Salone dell’ambiente”, una tre giorni di eventi a Catania, dal 16 al 18 luglio presso il teatro dell’Ente Fieristico “Le Ciminiere”, organizzata dai dipartimenti regionali della Protezione civile e Acqua e rifiuti.
La prima giornata verrà dedicata al protocollo “Strade pulite”, in base al quale ai Comuni verranno presentati strumenti innovativi per affrontare la piaga dell’abbandono abusivo dei rifiuti.
Grazie all’impulso del comitato Etnambiente, sarà proprio la provincia di Catania a fare da apripista per un nuovo modello d’intervento che, tra i punti più importanti, prevede la segnalazione delle micro discariche tramite una App mobile, la collocazione di telecamere diffuse e l’organizzazione di giornate di pulizia straordinaria di strade, parchi e spiagge da parte di volontari, ambientalisti, Protezione civile e assistenti sociali. Situazione particolarmente spinosa, quella catanese, segnata anche dalle centinaia di punti di deposito abusivo di spazzatura lungo le falde dell’Etna, anche in prossimità del limite di altitudine sopra il quale il territorio del vulcano è incluso nel Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco.
Nella seconda giornata saranno invitati 243 Comuni alla cerimonia di premiazione degli enti locali virtuosi alla presenza del presidente della Regione, Nello Musumeci, dell’assessore regionale all’Energia, Alberto Pierobon, nonché del dirigente generale della Protezione civile, Salvo Cocina e del neo dirigente generale del dipartimento Acqua e rifiuti, Calogero Foti.
Tra i comuni vincitori verrà suddiviso un budget di 5 milioni di euro. Su un totale di 390 comuni in Sicilia sono 133 quelli che nel 2019 hanno superato una percentuale di raccolta differenziata del 65%, mentre 110 si attestano sul 50%.
Un dato che evidenzia numeri più che triplicati rispetto allo stato di fatto registrato fino a tre anni fa. Nel 2017, infatti, la percentuale media regionale di raccolta differenziata orbitava intorno al 20%, con soltanto 23 enti locali dell’Isola a toccare quota 65% e 51 attestati su poco più del 50 per cento.
La giornata di sabato 18 luglio alle ‘Ciminiere’ concluderà la kermesse con la presentazione di casi studio e iniziative di economia circolare. Su tutte il progetto “Cuore generoso contro lo spreco alimentare” che durante il periodo del lockdown ha consentito di destinare a famiglie indigenti tutta la merce invenduta del Maas, il Mercato agroalimentare siciliano, tramite i volontari della Protezione civile e una rete di enti del terzo settore della provincia etnea.
Nella raccolta differenziata in Sicilia restano insomma forti le differenze tra paesi e grandi città. Mentre capoluoghi come Palermo, Catania e Messina arrancano con livelli rispettivamente del 20%, dell’ 11,6% e del 23% (dati 2019), sono i piccoli centri a vincere con distacchi abissali. Tra questi Sortino, con oltre l’80% di raccolta differenziata e Longi, minuscolo borgo di 1.100 abitanti nel mezzo del Parco dei Nebrodi: comune più virtuoso della Sicilia, con il 90,6%.