“La relazione semestrale della DIA mette in evidenza che, oltre ai politici, è attraverso i funzionari pubblici che le cosche riescono a mettere le mani sulle risorse della pubblica amministrazione. Se la normativa antimafia continua a prevedere solo il commissariamento della parte politica senza intaccare l’apparato burocratico colluso, il risultato sarà sempre parziale e non idoneo ad evitare la reiterazione delle infiltrazioni criminali”.
Così dichiara Giangiacomo Palazzolo, sindaco di Cinisi e responsabile nazionale di Azione sul tema della Legalità.
Ad oggi, in Italia, sono 51 gli Enti Locali sciolti per infiltrazioni mafiose, dalla Sicilia alla Valle D’Aosta. Il dato più alto registrato dal 1991.
“L’analisi della DIA induca il Parlamento ad una seria riflessione sull’attività da porre in essere per prevenire ed eliminare le infiltrazioni mafiose all’interno degli enti locali – sottolinea Palazzolo –. Poiché, se da un lato evidenzia la pregevole attività degli organi investigativi, dall’altro pone l’accento sulle gravi lacune di una normativa antimafia obsoleta incapace di prevenire o eliminare le contaminazioni criminali all’interno della P.A“.
“La legge sullo scioglimento dei Comuni per infiltrazioni mafiose – chiosa Palazzolo – va urgentemente integrata con norme che prevedano l’allontanamento anche dei funzionari pubblici indiziati di collusioni, solo così si potranno tagliare tutti i tentacoli delle cosche mafiose”.