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Confronto sul dl semplificazioni, l’ordine degli architetti di Agrigento: “Manca una visione globale”

sabato 8 Agosto 2020

Si è svolta questa mattina, nella sede dell’Ordine degli architetti di Agrigento, la conferenza stampa sul Decreto Semplificazioni presenziata da Alfonso Cimino, presidente dell’Ordine degli architetti di Agrigento; Rino La Mendola, vicepresidente del Consiglio nazionale degli Architetti; Giuseppe Falzea, presidente della Consulta regionale degli Architetti e Carmelo Salamone, presidente dell’Associazione nazionale dei costruttori edili (Ance) di Agrigento.

Il Decreto, che sarà convertito in legge entro metà settembre, raccoglie, quasi in modo casuale, una serie di dispositivi finalizzati a snellire le procedure, ma senza una visione globale. Un Decreto che, per la parte sui lavori pubblici, interviene solo negli affidamenti, ignorando i tempi lunghi determinati dalla programmazione, dalla redazione e approvazione dei progetti, dall’esecuzione dei lavori e dal collaudo, che spesso arriva dopo tanti anni dalla fine dei lavori. Dunque, un decreto deludente e insufficiente a rilanciare in modo concreto l’edilizia e i lavori pubblici, soprattutto su quella parte del Paese che soffre la crisi in modo particolare, come quella dell’Agrigentino: un territorio particolarmente colpito da una crisi economica che dura da troppo tempo e che, a causa della pandemia, ha assunto dimensioni allarmanti, specialmente tra i professionisti dell’area tecnica. Dai dati dell’Osservatorio lavori pubblici del Consiglio nazionale degli architetti si evince chiaramente che in Sicilia, in particolare in provincia di Agrigento, nel corso dei primi sei mesi del 2020, si è registrato un abbattimento del fatturato dei liberi professionisti che lavorano nel settore dei lavori pubblici pari al 41 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Numeri che impongono provvedimenti ben più strutturati del Decreto Semplificazioni che, si auspica, possa essere modificato durante il percorso parlamentare per la conversione in legge.

In tal senso, il Consiglio Nazionale degli Architetti, unitamente alla Rete delle Professioni Tecniche, ha presentato alle competenti commissioni parlamentari, un pacchetto di emendamenti finalizzati a semplificare tutte le varie fasi del processo di esecuzione di un’opera pubblica: dalla programmazione al collaudo dei lavori.

“Abbiamo voluto indire questa conferenza stampa per parlare di una occasione persa con il Decreto Semplificazioni perché non muove alcun passo verso il rilancio del comparto edilizio e sulla riqualificazione dei nostri centri storici e degli immobili esistenti – dichiara Alfonso Cimino – Mentre noi ci affacciamo alla politica del consumo di suolo zero, ci ritroviamo una misura, con l’articolo 10 dello stesso Decreto, che non ci consente di parlare di architettura contemporanea. Altro passaggio fondamentale riguarda le piccole irregolarità che negli anni hanno subito gli edifici esistenti e non ci riferiamo alla sanatoria che, con la doppia conformità, non ci consente di regolarizzare gli edifici esistenti anche a discapito di altre misure quali, ad esempio, Ecobonus e Sismabonus. Nulla, infine, sugli sportelli informatici che poco funzionano sul nostro territorio, dove il comparto delle imprese subisce notevoli disagi”.

Abbiamo proposto – afferma Rino La Mendola – anche l’inserimento di un emendamento con il quale stabilire che le amministrazioni pubbliche, almeno sino al 31/12/2021, affidino tutti i servizi di progettazione e di direzione dei lavori all’esterno, quindi ai liberi professionisti in modo da ridurre gli effetti della crisi economica che colpisce soprattutto le partite IVA, le imprese e i liberi professionisti. Per alimentare questi incarichi esterni, abbiamo proposto la costituzione di un fondo di rotazione al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, con una dotazione iniziale di 50 milioni di euro. Speriamo che il Parlamento, lungo il percorso per la conversione in legge, tenga conto dei contributi degli addetti ai lavori e modifichi un provvedimento che, nella stesura attuale, non costituisce quello strumento che tutti noi aspettavamo per rilanciare l’economia del Paese”.

“La posizione di Ance è netta – sottolinea Carmelo Salamone – Il Decreto mette le imprese sane nelle condizioni di uscire dal mercato, di non partecipare alle gare quindi di delinquere. Sono certo di quello che dico e me ne assumo ogni responsabilità”.

“Una iniziativa importante che ci consente di fare il punto sul decreto Semplificazioni rispetto al quale manifestiamo grande perplessità sial nel settore dei Lavori pubblici sia nel comparto dei lavori privati – spiega Giuseppe Falzea – Ad esempio, non viene considerato lo Sportello unico per l’edilizia che dovrebbe essere il centro per il rilascio dei pareri amministrativi nell’ambito dei lavori privati. Credo che la politica debba imparare a dialogare più con noi prima di emettere i provvedimenti”.

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