L’albergo che trattiene o paga in ritardo al Comune la tassa di soggiorno non commette alcun reato, tantomeno quello di peculato. Pronunciata a Siracusa la prima sentenza in Italia che tiene conto della recente modifica normativa, in vigore dallo scorso luglio, che evidenzia un ruolo diverso per gli albergatori rispetto all’obbligo di pagamento della tassa di soggiorno e che, di fatto, depenalizza il ritardato o omesso versamento dell’imposta di soggiorno.
Lo rende noto Giuseppe Rosano, presidente di Noi albergatori Siracusa, il quale esprime soddisfazione “per l’equilibrata pronuncia nei confronti di un associato” e gratitudine nei confronti dei suoi difensori avvocati Ezechia Paolo Reale e Luca Partescano “che lo hanno assistito con attenzione, contribuendo a raggiungere tempestivamente la giusta decisione. La sentenza – aggiunge Rosano – elimina infatti un’evidente ingiustizia, che vedeva gli albergatori sottoposti a pene molto severe come la reclusione, per un atteggiamento non certo lodevole ma che socialmente non può ritenersi pericoloso. Ed è significativo che anche il Pubblico ministero abbia motivatamente richiesto l’assoluzione dell’albergatore”.
Il presidente di Noi albergatori Siracusa tiene a precisarlo: “Continuiamo a raccomandare e ribadire la puntualità nei pagamenti. Ma laddove ci fossero problemi, e la pandemia da Covid-19 ne ha di sicuro creati tanti, agli albergatori soprattutto, credo fosse un po’ troppo – conclude – il rischio corso finora: il peculato è infatti punito con la reclusione da 4 anni a 10 anni e 6″.