“Musumeci deve smetterla di alimentare uno scontro istituzionale col governo nazionale oggi quanto mai insensato. E’ solo gettare fumo negli occhi dei siciliani per coprire le proprie responsabilità a partire da quella di non avere per tempo adeguato il sistema sanitario, come dimostra il fatto che mancano ancora all’appello 162 posti di terapia intensiva sui 719 previsti per legge. Anche per la crisi sociale il suo governo poteva fare ma non ha fatto nulla”.
Non usano mezzi termini i segretari generali della Cgil e della Funzione pubblica siciliane, Alfio Mannino e Gaetano Agliozzo nel criticare l’atteggiamento di queste ore del governatore siciliano.
“Sicilia zona arancione? I siciliani – sottolineano i due esponenti sindacali – oggi pagano il conto dell’inadeguatezza e dell’inerzia di questo governo regionale, come la Cgil ha denunciato ben prima di questi ultimi fatti. Scontiamo gravi carenze programmatiche nel contrasto all’emergenza Covid- osservano– e nella messa in sicurezza dl personale del sistema sanitario regionale; l’attivazione tardiva dei Covid hospital e il mancato potenziamento della medicina del territorio. Il personale sanitario, inoltre è insufficiente e sono necessari provvedimenti d’urgenza per rafforzare le piante organiche. Per questo siamo zona arancione”.
Mannino e Agliozzo affermano che “neanche una situazione critica come quella dovuta all’epidemia è servita a fare cambiare a questo governo direzione e passo e sono trascorsi invano sei mesi preziosi nel corso dei quali la Sicilia poteva prepararsi ad affrontare la nuova prevedibile ondata”.
Per quanto riguarda l’inevitabile acuirsi della crisi sociale, Alfio Mannino aggiunge: “Anche su questo il governo regionale manca all’appello. Da mesi chiediamo la riprogrammazione dei fondi europei per la ripartenza e interventi di sostegno all’occupazione ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta”.
Insomma per Mannino “è ora che il governo regionale guardi alle proprie responsabilità, che dica la verità ai siciliani e faccia anche un mea culpa. A che serve guardare ad altre regioni che hanno maggior numero di contagi ma strutture sanitarie in grado di rispondere meglio del nostro, se non a rilevare una propria inadeguatezza. Basta con lo scaricabarile. Questa è una guerra che si gioca su due campi: quello della salute pubblica e quella dell’economia. Le risposte devono esserci in entrambi. Il nostro auspicio – conclude il segretario della Cgil- è che l’incontro della scorsa settimana, nel corso del quale Cgil, Cisl e Uil hanno posto l’accento sulle criticità da affrontare, abbia finalmente uno sviluppo e che queste criticità si possano risolvere con soluzioni condivise e tempi celeri”.