La Procura di Palermo ha emesso un avviso di conclusione indagini sull’inchiesta per omicidio colposo sulla morte di un paziente, Andrea Palma, deceduto il 25 febbraio del 2017 all‘ospedale Civico per infarto perché l’apparecchiatura per eseguire una coronarografia era guasta e l’altra era già impegnata.
Nel provvedimento, emesso dal sostituto procuratore Felice De Benedittis, sono indagati: Agostino Geraci, direttore dell’unità operativa di Medicina e chirurgia, assistito dall’avvocato Salvatore Sieli; Gabriella Aguglia, difeso dal penalista Giovanni Pagano; Fabio D’Antona, rappresentato dall’avvocato Cinzia Di Vita; e Filippo Priolo, assistito da legale Giuseppe Gerbino. Secondo l’accusa, se non ci fosse stato un ritardo nell’eseguire la coronarografia Palma avrebbe potuto salvarsi. La vittima aveva già avuto un infarto nel 2008.
La sera del 23 febbraio di tre anni fa si era presentato al pronto soccorso. Intorno alle 6.30 del giorno successivo sarebbe stato visitato da un cardiologo e alle 8.30 gli sarebbe stata prescritta una coronarografia. Un’ora dopo, alle 9.32, sarebbe stata però comunicata “l’indisponibilità della sala emodinamica – una per un guasto al macchinario, l’altra perché impegnata per altri trattamenti programmati” che non si potevano rinviare, come si legge nell’avviso di conclusione delle indagini.
Tre ore a dopo, cioè alle 12.32, secondo la Procura sarebbero state fornite indicazioni simili e, sostiene la Procura, nonostante il paziente fosse a rischio, i medici non si sarebbero attivati né per fare eseguire l’esame nella sala destinata alle emergenze e neppure per trasferire Palma in un’altra struttura sanitaria, dove sottoporlo all’accertamento.