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Pescatori di Mazara del Vallo: i familiari scendo in piazza a 100 giorni dal sequestro

domenica 6 Dicembre 2020

Sono scesi di nuovo in piazza i familiari dei pescatori di Mazara del Vallo, nel Trapanese. A 100 giorni dal primo settembre, giorno in cui i pescatori sono stati arrestati dai militari libici vicini al generale Haftar, nelle piazze siciliane hanno sfilato dei cortei con striscioni per chiedere la liberazione dei 18 marittimi, 8 italiani di Mazara del Vallo, e altri componenti dell’equipaggio delle navi Medinea e Antartide appartenenti ad altra nazionalità ma da tempo stabilitisi nel paese del trapanese per lavorare.

Nelle piazze di Messina, Palermo, Catania, davanti le prefetture, e nella sede dell’aula consiliare di Mazara del Vallo, i familiari dei pescatori hanno fatto sentire il loro coro di protesta.

Li rivogliamo a casa per Natale – ha detto Rosetta Ingargiola, la settantenne portabandiera della manifestazione, madre di uno dei pescatori di cui non si hanno notizie – li abbiamo sentiti soltanto una volta per pochi minuti, loro dicono che stanno bene ma non e’ vero, noi lo vediamo. Mi rivolgo a Di Maio e a Giuseppe Conte: fateci questo regalo di Natale”.

Fino a poche settimane fa, Rosetta Ingargiola, Marco Marrone, Anna Amabilino, e altre 10 persone erano davanti palazzo Montecitorio, a Roma, per protestare e far sentire le loro voci ai vertici del Governo. Le loro rassicurazioni e l’unica chiamata che sono riusciti a fare però non bastano: la prossima settimana infatti, i familiari torneranno di nuovo nella capitale per protestare: “Ci dicono che stanno lavorando ma non abbiamo alcuna notizia su come stanno e dove si trovano precisamente – protestano i familiari dell’aula consiliare del Comune di Mazara – loro vogliono il silenzio ma noi continuiamo a protestare. Se non abbiamo notizie passeremo il Natale sotto Montecitorio per protestare”.

La rabbia nei familiari cresce, sperano che tutto non cada nell’oblio e per questo vogliono continuare la loro protesta: “Finche’ possiamo – dicono – noi continuiamo a manifestare nella speranza che qualcuno si muova. Sono passati tre mesi, alcuni dei nostri familiari hanno bisogno di medicine, vogliamo riaverli a casa. Loro sono usciti per lavorare”.

SALVINI E MELONI

Il loro appello, nella giornata di sabato, è stato accolto da altri pescatori in Italia che hanno suonato le sirene dei pescherecci dei più importanti porti della Penisola, ed è stato rilanciato anche da Matteo Salvini, leader della Lega che in un video ha dichiarato: “I pescatori sono lontani da casa e dalle loro famiglie che aspettano un segnale concreto. Il Governo si disinteressa e noi aspettiamo da troppo tempo. Giuseppe Conte sveglia, riportiamo a casa questi figli del nostro Paese”.

“Lo scandalo dei nostri pescatori prigionieri da quasi 100 giorni in Libia è il simbolo dell’incapacità di questo Esecutivo. Qualsiasi governo che si rispetti li avrebbe già riportati a casa da tempo usando ogni mezzo possibile, senza se e senza ma. Di Maio, Conte, Zingaretti: sveglia!“, scrive su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.

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