Si torna a parlare di rifiuti all’Ars.
Al centro dell’attenzione della politica regionale arriva il piano presentato in commissione Ambiente dal Governo Musumeci e progettato nella sua architrave portante dall’assessore Alberto Pierobon. Un intervento organico che dovrebbe disciplinare un arco di riferimento triennale, ma che già dalla sua prima discussione in commissione sta ricevendo pesanti critiche.
Valentina Palmeri, responsabile Ambiente di Attiva Sicilia, sottolinea la necessità di un approfondimento sul tema dell’economia circolare.
“Questo piano rifiuti è un qualcosa che demanda alle SRR. L’emergenza si risolverà quindi solo quando tali organismi andranno a fare la pianificazione, gli impianti, nonché la trattazione del recupero di materia attraverso il ricorso alla normativa dell’economia circolare“.
Proprio su questo ultimo punto, la Palmeri sottolinea che “a livello di richiami di legge, il piano è aggiornato. Nei fatti doveva essere molto più chiaro. Quello che manca sono le indicazioni degli scenari futuri. Per esempio, carta e cartone dovranno uscire dalla definizione di rifiuti e diventare risorse. Oppure sul compost, bisognerebbe valutare quanto materiale creeranno gli impianti da costruire e quelli che già ci sono, in modo da potere destinare il residuo a tematiche quali il contrasto della desertificazione. Questo piano è un primo aspetto, ma dal mio punto di vista serve un approfondimento sull’economia circolare“.
PD E M5S: “PIANO RIFIUTI DA BOCCIARE”
Fra le critiche più acri provengono dall’esponente del Movimento 5 Stelle Giampiero Trizzino.
“Il piano rifiuti per la Sicilia è da bocciare – sottolinea il pentastellato -. Il documento “fornisce un quadro generale della situazione impiantistica, senza mai individuare concretamente. Quali siano gli impianti necessari da realizzare tenuto conto del reale fabbisogno“.
“L’attuale situazione emergenziale – evidenzia Trizzino – non può essere superata per mezzo di un piano che, paradossalmente, non contiene alcuna pianificazione impiantistica e che demanda tutte le decisioni alle autorità d’ambito, delle quali, peraltro, non si sa nemmeno quali e quante saranno. Il Piano, inoltre, è già superato, posto che – aggiunge – il quadro temporale di riferimento è il triennio 2019-2021“.
Il segretario del PD Anthony Barbagallo parla addirittura di violazioni del codice dell’ambiente.
“E’ un Piano rifiuti che merita una sonora bocciatura – dice -. Che non risolve le criticità sollevate dal ministero e palesa evidenti violazioni del codice dell’ambiente. In particolare, il piano prescinde del tutto dall’ampiezza degli Ambiti, non prevedendo quali impianti di incenerimento o di recupero energetico realizzare, in violazione della legge“.
“Un piano da bocciare anche perché avrebbe dovuto contenere ‘la tipologia e il complesso degli impianti di smaltimento e di recupero dei rifiuti’. Questa mancanza, oltre a costituire un grave ‘vulnus’, rappresenta anche una pericolosa linea di credito nei confronti degli speculatori“.