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Libia: continuano gli interrogatori ai marittimi, scoperto furto sulla Medinea

lunedì 21 Dicembre 2020
Pescatori liberati

Hanno trascorso dopo 108 giorni di sequestro la prima notte tra le mura di casa a Mazara del Vallo i 18 marittimi tornati ieri da Bengasi coi due pescherecci Medinea e Antartide.

I due senegalesi sono ospitati in albergo a spese dell’armatore dell’Antartide Leonardo Gancitano. Lavorano come guardiani di barche e normalmente dormono a bordo.

Continueranno oggi gli interrogatori dei pescatori da parte dei carabinieri del Ros su delega della procura di Roma che ha aperto un fascicolo sul sequestro. Ieri erano stati sentiti in caserma Pietro Marrone comandante della Medinea, Bernardino Salvo, della Natalino, Giacomo Giacalone, dell’ Anna madre, e Michele Trinca del peschereccio Antartide, che hanno raccontato di essere stati trattati malissimo e umiliati.

Il comandante del peschereccio Medinea, Pietro Marrone, si recherà oggi alla Capitaneria di porto di Mazara del Vallo per redigere e firmare un rapporto sul sequestro della natante fino alla liberazione. Lo ha reso noto l’armatore del peschereccio, Marco Marrone, omonimo del comandante.

LA TESTIMONIANZA

Dopo 108 giorni finalmente ho dormito 9 ore di fila, sereno come un bambino“. Così Marco Marrone, armatore del Medinea, uno dei due pescherecci, assieme all’Antartide, sequestrati in Libia e arrivati ieri a Mazara del Vallo. “E’ la prima volta che succede dal giorno del sequestro – aggiunge mentre esegue un sopralluogo dell’imbarcazione – ieri sera mi sono addormentato alle 10, sono crollato in un sonno profondo e sereno, e mi sono svegliato poco prima delle 7 di stamattina. E al risveglio non ho avuto pensieri cattivi. Non mi succedeva da 108 giorni“.

Sui danni subiti dal Medinea afferma: “Certo ci saranno delle riparazioni da fare ma l’importante è che la vicenda si sia chiusa. Tornerà in mare certo, ma prima dobbiamo controllare tutto ed eseguire la sanificazione”. Quest’ultimo intervento, spiega, lo farà “gratuitamente una ditta specializzata locale che ci ha contattati dicendoci che lo eseguirà come regalo di Natale”.

IL FURTO

Rubati il pc portatile, uno schermo radar e il forno in cucina. Stamattina l’armatore Marco Marrone, dopo l’arrivo ieri in porto, è salito per la prima volta a bordo del “Medinea” ha trovato l’amara sorpresa. Uno dei due motopescherecci liberati dopo 108 di prigionia è ora ormeggiato alla banchina del porto nuovo di Mazara del Vallo perché si dovrà sanificare.

“L’equipaggio mi ha raccontato che a bordo ci sono topi – ha detto Marco Marrone – e quindi ci siamo già attivati con un’azienda specializzata per la sanificazione”.

All’interno del motopeschereccio ci sono i segni evidenti del passaggio delle milizie: la porta del Comandante è stata forzata, dalla cucina manca il forno elettrico e nella plancia sono stati rubati attrezzi per la navigazione.

“Sono danni che, seppur non ingenti, graveranno sulla nostra società – ha detto ancora l’armatore Marrone – il peschereccio dovremo tirarlo a secco per ripulire la parte sottostante che, dopo mesi di sosta in porto a Bengasi, è stata attaccata da piccoli molluschi”.

MICCICHÈ

“Berlusconi ha detto quello che sapevo già, c’è stato l’interessamento di altre Nazioni sulla liberazione dei pescatori, è un fatto certo. Il rapimento non si è verificato per l’annoso problema delle miglia, ma ha avuto un significato di altro tipo: era problema diplomatico, lo sapevamo dall’inizio ma ce lo siamo tenuti per noi. La visita fatta dal ministro degli Esteri a una parte della Libia e non ad altri aveva creato questo disagio durato fin troppo: 108 giorni”, ha dichiarato il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè.

++in aggiornamento++

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