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La polemica tra il governatore della Sicilia Nello Musumeci e esponenti pentastellati del governo di Roma sul Ponte sullo Stretto non si arresta, con la ‘messa in onda’ dell’ultima puntata della telenovela sulla grande opera che ha visto il Presidente della Regione replicare al ministro per le Infrastrutture Danilo Toninelli.
“Il ministro Toninelli non può dire che è offensivo parlare di Ponte sullo Stretto – ha affermato Musumeci – non glielo consentiamo a casa nostra“. Quindi l’annuncio di Musumeci: “Prende sempre più consistenza l’ipotesi di indire un referendum sul Ponte dello Stretto tra i siciliani per capire se quest’opera, che non esclude la riqualificazione e il potenziamento della rete infrastrutturale dell’isola, sia realmente condivisa dal popolo siciliano oppure no“.
Le parole di Musumeci fanno seguito a quelle pronunciate dal ministro Toninelli, il quale si era chiesto “come si faccia a parlare di ponte quando poi non ci si può muovere all’interno dell’Isola. Prima risolviamo i problemi nell’Isola, poi parliamo eventualmente di un ponte che penso oggi interessi ben poco i siciliani che non si possono spostare“.
Ma il governatore non si limita a parlare del Ponte sullo Stretto e amplia il raggio d’azione del suo attacco al titolare del Dicastero: “Si chieda Toninelli perché la Regione siciliana non ha ricevuto neppure un euro per le opere infrastrutturali – afferma il governatore – mentre Gentiloni alla sua uscita da Palazzo Chigi ha erogato quasi un miliardo di euro, per essere precisi 866 milioni per il raddoppio ferroviario Palermo-Catania e oltre 90 milioni per il ripristino della Catania-Caltagirone-Gela per la ricostruzione di un ponte nei pressi di Niscemi“.
Un vero e proprio sfogo quello del governatore siciliano, risentito per le bacchettate di Toninelli.
“Che fine ha fatto la sua promessa di novembre, quando, venendo in Sicilia, ha denunciato ‘lo stato da terzo mondo della viabilità provinciale‘”, prosegue, “ci ha chiesto di chiedere lo stato di emergenza e preannunciato che la soluzione sarebbe stata un commissario con poteri straordinari. Dopo una settimana la giunta ha deliberato la richiesta dello stato di emergenza, indicando il commissario nel presidente e chiesto poteri straordinari. Ebbene, ad oggi non abbiamo notizie, mentre nei corridoi si discute sul possibilità di trovare un accordo sul nome del commissario: siamo al mercato delle vacche grasse. Non basta un calendario – conclude Musumeci – per fare passerelle o per dire che la Catania-Palermo si percorrerà in un ora e 45 minuti“.
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