Il governo della Sicilia rischia di dovere spalmare nei prossimi quattro bilanci d’esercizio della Regione il disavanzo, ereditato dal passato, con tagli pari a circa 100 milioni di euro all’anno.
Intervenendo in Assemblea siciliana, l’assessore all’Economia Gaetano Armao, ha spiegato che il Mef, facendo leva su una recente sentenza della Corte costituzionale, non intende concedere alla Regione la possibilità di spalmare il disavanzo in trent’anni, ma di farlo nell’arco dell’attuale legislatura.
“Aspettiamo la proposta formale del Mef, che comunque su queste basi non può soddisfarci”, afferma Armao. “Pur apprezzando lo sforzo del governo statale l’ipotesi di proposta, che ancora non conosciamo nel dettaglio, appare insoddisfacente anche sotto il profilo quantitativo, poiché non riconosce il bisogno dei siciliani di investimenti aggiuntivi e di eguaglianza con i concittadini italiani. Appena sarà formalizzata la esamineremo con il presidente anche alla luce delle osservazioni emerse durante il dibattito dell’Assemblea”.
Per le ex Province, in condizioni finanziarie disastrate, il Mef ha proposto al governo Musumeci, in sede di negoziato, di attingere 100 milioni dal Fondo di sviluppo e coesione (Fsc) riservato gli investimenti, con l’impegno di rimpinguarlo.
A riferirlo all’Ars sempre l’assessore Armao, che ha giudicato comunque l’ipotesi insoddisfacente.