I sindacati dei lavoratori regionali lanciano l’allarme sul settore dei Beni culturali: ”I Lavoratori dei siti culturali della Regione siciliana hanno garantito lo scorso anno 2018 – grazie a un’attività caratterizzata da turnazione su 24 ore, lavoro notturno per la vigilanza, turni festivi per garantire sempre i servizi di fruizione – più di cinque milioni di accessi certificati ai siti archeologici e museali per un incasso di quasi trenta milioni di euro (dato stimato in quanto non è stato reso ancora ufficiale il dato annuo 2018; mentre nel 2017 il dato ufficiale è stato di 4.981.684 ingressi di cui 3.192.563 paganti e 1.744.655 gratuiti, per un incasso di 26,08 milioni di euro), ma il personale non ha avuto liquidate ancora le spettanze dovute proprio per le prestazioni che hanno garantito nel 2018 le aperture festive, le turnazione, la tutela e la vigilanza di tutti i siti“.
La denuncia della situazione di stallo sui pagamenti agli impiegati dei Beni culturali siciliani, in particolare, sono Michele D’Amico e Simone Romano, rispettivamente responsabili regionali del Cobas-Codir per le politiche dei Beni culturali e del Cu.Pa.S/Codir (Custodi del Patrimonio Culturale Siciliano).
“Vogliamo ricordare all’Assessore Bernadette Grasso – affermano i sindacalisti -, che è intervenuta in questi giorni citando erroneamente il solo ”piano straordinario 2018”, che i lavoratori dei siti culturali siciliani non hanno ancora percepito nemmeno un euro per le seguenti prestazioni relative al 2018: indennità di tutela e vigilanza; indennità di turnazione fissa o variabile, riferita a tutti i festivi e a tutte le 17 festività nazionali”.
“Tutti gli atti endoprocedimentali sono già negli uffici del suo Assessorato – prosegua la critica dell’organizzazione dei lavoratori – che esercita la competenza sui pagamenti, ma non si ha notizia delle liquidazioni delle somme dovute. A tali mancati pagamenti si aggiungono altri mancati pagamenti, risalenti persino al 2017, per prestazioni che hanno consentito il superamento dei limiti contrattuali nell’utilizzo del personale durante i festivi e i cui atti endoprocedimentali sono sparsi tra gli uffici dei vari dipartimenti interessati (Beni Culturali, Funzione Pubblica e Ragioneria)“, dicono.