Più di cinquecento insegnanti siciliani specializzati su sostegno hanno sottoscritto un documento in merito alla sentenza 149 del 2019 in cui il Miur e l’Usr vengono condannati dal Tar del Lazio per l’uso reiterato dei contratti a termine per i docenti di sostegno.
I 500 insegnanti abilitati chiedono di essere assunti in tempo per l’inizio del prossimo anno scolastico e cosa più importante di avere la precedenza rispetto alle assegnazioni provvisorie dei docenti non abilitati. Chiedono inoltre un incontro con il Ministro Bussetti e con il Direttore dell’Usr Sicilia: “Desideriamo iniziare un dialogo costruttivo che possa portare alla risoluzione dei problemi fin qui esposti convinti come siamo, che le Istituzioni scolastiche, che garantiscono e custodiscono la conoscenza ed il sapere delle future generazioni, abbiano bisogno del confronto pragmatico e proficuo con gli insegnanti chiamati ogni giorno a lavorare con tutto ciò che afferisce all’umano”.
LA NOTA DEI DOCENTI. «Un lungo processo democratico e sociale ha portato la scuola italiana a riflettere a fondo sul concetto di inclusione e ad avere la legislazione più all’avanguardia rispetto ai temi della disabilità, eppure ancora oggi gli insegnanti specializzati su sostegno, pur essendo “merce rara”, vengono considerati insegnanti di Serie B. Ad essere penalizzato non è soltanto il livello qualitativo e culturale della scuola, ma soprattutto l’alunno disabile al quale non sempre viene garantito il suo diritto ad avere insegnanti competenti e qualificati. Infatti in nome di esigenze personali come le assegnazioni provvisorie di insegnanti non specializzati si è verificato un gap che non fa bene a quel concetto di inclusione tanto caro alla nostra legislazione. Per non parlare della continuità didattica che purtroppo viene ancora continuamente sottesa.
Ergo, gli insegnanti specializzati su sostegno, ma precari pagano un prezzo altissimo e il dato più drammatico è il veder disperdere in mille rivoli tanta professionalità e competenza.
Competenza che viene negata alla complessità della scuola di oggi e a tutte le bambine e i bambini con bisogni educativi speciali.
Insegnanti altamente qualificati sui temi della disabilità, in costante crescita didattica e all’avanguardia rispetto all’utilizzo delle nuove metodologie, vedono mortificato il loro ruolo all’interno del sistema scolastico.
La precarietà, i contratti al 30 giugno, mortificano un percorso di studi sempre aperto e alla ricerca di strategie per affermare quei concetti cari alle nuove prospettive europee, quella “relazione d’aiuto” che rappresenta il nuovo orizzonte umano ed empatico della classe docente del futuro.
Un futuro incerto per migliaia di noi e per migliaia di alunni disabili.
In questo clima articolato e complesso appare chiaro che la stabilizzazione degli insegnanti specializzati sia un dovere morale e sociale per una scuola che abbia realmente a cuore i temi dell’inclusione. Una scuola che non “utilizzi” il sostegno come biglietto aereo per tornare a casa dal profondo Nord, un posteggio vicino casa a scapito dei reali bisogni degli alunni con disabilità».
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