Si è tenuto lo scorso 30 maggio, nella sala delle bandiere del distretto della pesca e crescita blu, il convegno finale del progetto dal titolo: Sistemi innovativi per la conservazione dei prodotti ittici refrigerati”.
Il progetto, promosso dal Distretto della Pesca e Crescita Blu e dall’istituto zooprofilattico sperimentale della Sicilia “Adelmo Mirri”, è stato finalizzato alla sperimentazione di apparecchiature con refrigerazione innovativa, alternative a quelle tradizionali, per il miglioramento della conservazione, della shelf life, della qualità igienico-sanitaria e della commercializzazione dei prodotti della pesca.
A moderare l’incontro è stato Antonino Iozza, responsabile gestione del progetto, il quale nel suo intervento iniziale ha ricordare l’idea progettuale del compianto presidente del distretto, Giovanni Tumbiolo.
Iozza ha parlato, in sintesi, delle principali fasi del progetto che ha
avuto la durata di 18 mesi, scanditi in:
- Preparazione protocollo di campionamento per la valutazione delle variazioni di carica microbica totale e degli indici di freschezza nei diversi tipi di refrigerazione;
- Campionamenti e prelievi;
- Analisi statistica dei dati;
Giuseppe Dimino, dirigente servizio 3 dipartimento della Pesca Mediterranea, ha portato i saluti del direttore generale del dipartimento pesca mediterranea. Rosolino Greco, ha illustrato le possibilità offerte dal FEAMP attraverso la misura 1.26, dedicata alla pesca, e la misura 2.46 dedicata all’acquacoltura.
“Ovviamente – ha sottolineato Dimino – i fondi sono a disposizione di coloro che presentano progetti che hanno effettive ricadute sul territorio in termini occupazionali e di miglioramento della qualità per produttori e consumatori”.
Giuseppe Pernice, coordinatore dell’osservatorio della pesca del Mediterraneo, ha sottolineato come già nel piano distrettuale, nel 2004, era presente l’idea di un tavolo permanente fra il mondo della ricerca e quello delle imprese, idea all’origine della costituzione dell’osservatorio della Pesca del Mediterraneo, che proprio lo scorso maggio ha compiuto 12 anni, per dare risposte concrete alle esigenze delle imprese della filiera della pesca.
Daniela Lo Monaco, dirigente biologo dell’istituto zooprofilattico sperimentale della Sicilia “A. Mirri”, è intervenuta sul tema “Tecniche innovative di refrigerazione a confronto”. Per la valutazione dell’effetto della refrigerazione passiva rispetto alla refrigerazione tradizionale, sono stati utilizzati esemplari di Aristaeomorpha foliacea (gambero rosso), Parapenaeus longirostris (gambero rosa), Nephrops norvegicus (scampo), Dicentrarchus labrax (spigola) e su queste specie sono state condotte periodicamente, analisi sensoriali, microbiologiche, parassitarie e chimico-fisiche.
Giuseppe Barbera, medico veterinario specialista in ispezione degli alimenti di origine animale, è intervenuto sul tema “Tracciabilità tra obblighi e opportunità”.
“Bisogna rispettare e tutelare in primis i consumatori, bisogna però anche dire – ha sottolineato Barbera – che l’eccesso di leggi, che talvolta si contraddicono, ostacola spesso la commercializzazione dei prodotti provocando disagi ai produttori”.
Infine il responsabile scientifico del progetto, Calogero Di Bella, ha tracciato le conclusioni: “I risultati ottenuti dalle attività progettuali consentono di affermare che, nelle condizioni di conservazione utilizzate, la refrigerazione passiva non sembra apportare un significativo miglioramento alla conservabilità dei prodotti ittici. Significativa è invece la riduzione dei costi, soprattutto di natura energetica, legata alla refrigerazione passiva”.
Il Convegno si è concluso con un partecipato dibattito nel quale i diversi operatori della pesca mediterranea presenti hanno manifestato la necessità di implementare nuovi modelli per la valorizzazione del pescato.