Durante la seduta del consiglio comunale di Palermo di oggi, giovedì 13, si è discusso della questione Amat, la partecipata che si occupa del trasporto pubblico cittadino le cui casse, già da tempo, non godono di buona salute.
“”L’Amat è in ritardo di 30 o 40 anni” parola di Giusto Catania. E se a dirlo è l’assessore alla mobilità del Comune di Palermo, fido scudiero del sindaco Orlando, non possiamo che crederci“, afferma Sabrina Figuccia, consigliere comunale Udc, che prosegue: “Piani strategici, visioni prospettiche e futuristiche, strade tracciate e percorsi virtuosi. Belle parole, ma ciò che resta, è un piano di risanamento ritenuto dallo stesso settore partecipate del Comune di Palermo, socio unico dell’Amat, non attendibile, privo di elementi ragionevoli e non coerente. Insomma non vorremmo che mentre il medico studia il malato se ne va”.
“In questo momento – continua Sabrina Figuccia – ci troviamo in una situazione paradossale in cui proprio il Comune chiede all’Amat di correre una maratona, dopo avergli tagliato le gambe e oggi non c’è più tempo di studiare”.
“A chi invece, proprio dai banchi dell’opposizione, ha dichiarato in Aula di non vedere “nera” la situazione Amat, non posso che suggerire una visita oculistica o forse di prendere consapevolezza degli errori commessi quando insieme al sindaco, brindava al varo del tram ed alla fallimentare ztl” conclude la Figuccia.