“A brevissimo, questione di ore al massimo un giorno, torneremo in mare con una imbarcazione battente bandiera italiana. E’ la migliore risposta a chi ha fatto una guerra contro chi salva le persone”.
A parlare così è Luca Casarini, capo missione della Ong Mediterranea dalla Rainbow Warrior di Greenpeace nel porto di Palermo. Casarini, proveniente dai centri sociali dell’estrema sinistra, è noto perchè nel 2000 era uno dei leader della protesta no-global anti G8 a Genova. Negli anni successivi è stato esponente di “Sinistra Ecologia Libertà” e poi di “Sinistra italiana“, di cui due anni fa è stato segretario regionale.
Negli ultimi tempi il suo nome è stato legato alla Ong Mediterranea e alla nave “Mare Jonio”, che a marzo scorso si era resa protagonista di un braccio di ferro con il governo italiano.
Rieccolo nei panni di traghettatore di migranti:
“Siamo a bordo di una nave gloriosa per le sue battaglie civili sull’ambiente e sull’ecologia come anche per la democrazia, come le battaglie per i diritti umani che stiamo conducendo – aggiunge Casarini – è incredibile che siamo arrivati a questo punto, ma per noi il crimine è fare morire le persone in mare, farle affogare, consegnarle a carcerieri che hanno lager tipo Auschwitz, dove i bambini sono costretti a vedere le proprie mamme stuprate”.
“Questo è un crimine – ribadisce Casarini – non chi soccorre le persone in mare. Salvare persone non è mai un crimine per noi, mai. Continueremo ad andare in mare, proprio dove non vogliono. La nostra nave Jonio è sotto sequestro perché abbiamo salvato 50 persone, fra cui una bimba di due anni che ora sta bene”.
“La repressione e la criminalizzazione non ci fermano. È troppo forte il desiderio di aiutare le persone e la volontà di non girare la testa dall’altra parte. Nella storia in Europa abbiamo già girato la testa dall’altra parte, di fronte ai campi concentramento, ma questa volta non lo faremo”, ha aggiunto Casarini.
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