Ballarò, il popolare quartiere nel cuore di Palermo, viene conteso dalla mafia nigeriana. Questo è oramai un dato di fatto, dimostrato grazie alle operazioni della squadra mobile che in questi mesi hanno condotto numerosi blitz che hanno di fatto indebolito varie cosche presenti sul territorio.
Ma tra i teloni colorati del mercato e il basolato del quartiere, ingenti somme di denaro vengono gestite dalle varie ‘confraternite’ del Paese centrafricano attraverso droga e prostituzione. Una guerra tra bande che non fa rumore, nonostante da un po’ di tempo i riflettori siano puntati su questo ‘nuovo’ fenomeno criminale. Proprio ieri, l’ennesima operazione. La cosca criminale coinvolta è la ‘Viking‘, ben strutturata su tutto il territorio nazionale. Come la Black Axe è caratterizzata da una forte struttura gerarchica, con un’importante capacità intimidatoria. Gli arresti, questa volta sono stati 8.
Il reato contestato ai fermati è di associazione a delinquere di stampo mafioso, con la commissione di delitti contro la persona, soprattutto in occasione di scontri con i rivali per il controllo del territorio e la supremazia all’interno della comunità. Le indagini hanno accertato, inoltre, la presenza di numerose case di prostituzione nel centro storico di Palermo, le cosiddette “connection house“, e registrato numerosi episodi di spaccio di stupefacenti. Cambiano i ‘clan’ i nomi degli arrestati, ma il movente sembra essere sempre lo stesso.
Le manette arrivano anche al nigeriano Don Emeka, già noto agli inquirenti durante l’operazione contro i Black Axe. Sembrerebbe sia stato Don Emeka ad avere denunciato la Black Axe perché lo voleva morto nel 2014. “…Proprio all’inizio della sua deposizione e spontaneamente Ogbuju Evans detto Evans Bambino ha voluto precisare che se la Black Axe individua un soggetto quale possibile membro lo insegue sino a costringerlo ad associarsi pena in caso di rifiuto la commissione di gravi violenze ai danni suoi e dei congiunti anche in Nigeria… Circostanza riferita anche da Don Emeka nel corso dell’incidente probatorio nel procedimento celebrato a Palermo…Ulteriore conferma si trae allorquando Don Emeka ha addebitato le aggressioni del gennaio 2014 alla volontà del gruppo di punirlo per non essere entrato a far parte del sodalizio”.
Forse Don Emeka già nel 2014 aveva un proprio clan di riferimento? Una cosa è certa: che Ballarò è terra di conquista della mafia nigeriana e la lotta tra bande ne è la conseguenza.
E la mafia locale che ruolo ha in questa spartizione di potere?
In un rapporto della Dia del 2016 è abbastanza chiaro emerge come questa criminalità organizzata vada a braccetto con Cosa nostra. “…Come emerso da diverse attività d’indagine, gli appartenenti alla ‘confraternita’ hanno creato una delle loro basi in Sicilia, in particolare a Palermo, con il consenso di cosa nostra che, nel caso specifico, avrebbe optato per una strategia non interventista; le famiglie mafiose, difatti, avrebbero mantenuto il controllo delle attività illecite che si svolgono nelle zone di propria competenza, limitandosi ad ‘imporre la propria protezione’ ai traffici appannaggio dei nigeriani. Dalle risultanze investigative emerge che soggetti, nigeriani e ghanesi avrebbero operato per conto della famiglia della Noce”.
Ma i silenti eccellenti rispetto a tutta questa situazione nel cuore di Palermo sembrano essere le varie associazioni antimafia e sociali presenti massicciamente sul territorio, anche nel quartiere: “Alle associazioni antimafia palermitane e del quartiere io chiedo di scendere in campo e sostenere la parte buona delle comunità nigeriane che da anni cerca di evidenziare e denunciare il problema delle mafie presenti sul territorio” Racconta a ilSicilia.it, Nino Rocca, mediatore culturale che da anni opera al fianco di Osas Egbon fondatrice delle “Donne di Benin City” proprio nel quartiere di Ballaró.
“La situazione è abbastanza chiara a Ballarò, e la parte buona della comunità nigeriana ha bisogno di un reale aiuto anche dalle associazioni che si occupano di mafia a Palermo. Non sono capaci o forse ancora non hanno capito il problema?” Afferma a IlSicilia.it, Samson Olomu, presidente della Nigeria Association Regione Sicilia.