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In alcune storie è solo il tempo a fare la differenza perché l’attesa altro non fa se non nutrire il sogno che si custodisce: è stato così per la realizzazione de “La stanza di carta“, piccola libreria del centro storico di Palermo, progetto fortemente voluto e realizzato da Piero Onorato.
La stanza di carta, situato all’angolo tra via Maqueda e via D’Alessi, quasi di fronte Piazza Pretoria, è un locale molto piccolo, appena 30 metri quadrati, che è, in realtà, uno scrigno di pezzi rari, circa 4000 mila tra libri e oggetti d’arte, ricercati, custoditi e posizionati con estrema cura ed attenzione.
“L’atto di disporli – ci ha detto il libraio – è stato come dipingere una tela: avevo in mente più o meno come procedere ma ho provato e riprovato finché ho sentito che ogni pezzo era al posto giusto”.
Libraio dal 1969, Piero Onorato, che si definisce anche “operaio della cultura”, ha atteso decenni prima di poter realizzare questo progetto che oggi, a poco meno di due mesi dalla sua realizzazione, riscontra consensi da tutti, appassionati di lettura, passanti e turisti.
Al suo interno, come ci dice nella video intervista, è possibile trovare libri di modernariato, edizioni storiche dell’epoca in ottime condizioni ma anche libri appena pubblicati, essendo presenti due corner dedicati alla Casa Editrice Sellerio e alle Edizioni Henry Beyle. Oggetti di nicchia ma alla portata di tutto ci tiene a sottolineare Onorato.
Varcare la soglia de La stanza di carta è come fare un salto in un luogo dove assilli e patemi svaniscono e i sensi vengono stimolati da titoli, colori e oggetti d’arte: ad accogliere i visitatori un leggero sottofondo musicale mentre, come in un piccolo mondo di balocchi, si rimane impressionati dalla vastità del numero dei tomi e dall’atmosfera che, come piccoli corpi viventi, ricreano. E poi soprattutto la merce più rara, a nostro avviso, che si trova è la professionalità e la dedizione del libraio, figura professionale che troppo velocemente va scomparendo, come sostiene anche Onorato.
Ci invita a toccare le pagine di un libro stampato nel 1930, a sentire la grana sotto le parole impresse: è questo che fa anche la differenza tra un “supermercato del libro” e una professionista del settore perché è vero che la tecnologia offre nuove possibilità, pensiamo all’e-book, ma è altrettanto vero che l’esperienza sensoriale di “sentire” un libro in mano è insostituibile.
Ultimo dettaglio infine, che perfettamente sintetizza l’anima del progetto e la sua irreprensibile realizzazione, è una citazione di Mark Forsyth che campeggia proprio sopra l’ingresso: “In questa piccola e ben ordinata libreria, una stanza (o due) appena, puoi trovare ciò che neppure pensavi di cercare“.