Le marinerie siciliane (Sciacca, Licata, Porto Empedocle, Porto Palo di Capo Passero, Pozzallo e Scoglitti), oggi pomeriggio in protesta davanti Palazzo dei Normanni a Palermo.
Arriva da Bruxelles come un fulmine a ciel sereno, un regolamento che rende alcune zone interdette del canale di Sicilia. Le nuove norme comunitarie sulla pesca, entrato in vigore il 10 luglio, e rischiano di mettere in ginocchio chi di pesca vive.
I pescatori sono in rivolta e temono il definitivo collasso delle proprie attività già in seria difficoltà.
Le zone, esattamente sono tre. E sembrerebbero molto estese. Il blocco della pesca in queste zone arriva a seguito di uno studio scientifico, sembrerebbe effettuato da una Ong. Lo studio, per i pescatori è “molto vecchio”.
Il presidente Musumeci che era presente a Sala D’Ercole per l’avvio dei lavori in aula, ha incontrato i pescatori ed ha ascoltato le loro istanze.
“I pescatori non stanno chiedendo più soldi, stanno solo difendendo la loro dignità. Abbiamo subito anche sanzioni e il sequestro del pescato e degli attrezzi, attraverso una imbarcazione delle navi della comunità Europea. Noi da chi ci dobbiamo difendere? Noi chiediamo al presidente Musumeci di farsi carico e portavoce presso il governo nazionale, affinché attraverso la commissione pesca a Roma ma anche europea di aprire una moratoria in merito a questa situazione”, dice Calogero Bono, responsabile amministrativo della marineria di Sciacca.
Non si lasciano attendere le risposte del presidente Musumeci: “L’Unione Europea è in condizione di vincolare la nostra Isola. Ho il dovere di ricordare che il parlamento siciliano ha votato un disegno di legge proprio sulla pesca che da anni si avvertiva questa esigenza. Noi abbiamo il dovere di intervenire su due fronti: domani facciamo partire una nota al direttore della pesca del governo nazionale, di vibrata protesta, chiedendo di aprire una moratoria a Bruxelles. Al tempo stesso i nostri deputati siciliani che ci rappresentano in Europa, mi sembrerebbe più conveniente invitarli qui a Palazzo dei Normanni per capire quale interventi vogliono intraprendere”.
LE REAZIONI
Dopo il recente provvedimento a sostegno degli agrumeti e uliveti siciliani, colpiti da fitopatie, non si fa attendere l’intervento dell’onorevole Giuseppe Milazzo, del Gruppo PPE, al Parlamento Europeo a difesa e tutela della marinerie siciliane.
“È inaccettabile un regolamento comunitario che insiste sull’intero bacino del Mediterraneo ma che, di fatto, penalizza e limita esclusivamente le marinerie siciliane, in quanto unico Stato membro ad affacciarsi su quell’area – afferma Milazzo – Le altre marinerie rivierasche del Mediterraneo, seppur teoricamente assoggettabili ai medesimi regolamenti comunitari, non applicano le sanzioni che vengono riservate esclusivamente alle marinerie degli Stati Membri e quindi, in questo caso, esclusivamente a quelle siciliane.
In linea con il Governo regionale, che si è già attivato tramite l’Assessore per la Pesca mediterranea, Edy Bandiera, prosegue l’Eurodeputato, chiederò una modifica del Regolamento comunitario, approvato dal precedente Parlamento Europeo (UE 2019/982 del 5 giugno 2019) che, oltre a proibire le attività di pesca con reti a strascico in tre zone del Canale di Sicilia, impone fortissime limitazioni circa i sistemi di monitoraggio a distanza dei pescherecci, le autorizzazioni per la pesca a strascico e i relativi porti designati per le operazioni di sbarco”.