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Mafia nigeriana, giallo sul testimone chiave: muore in circostanze sospette

lunedì 7 Ottobre 2019

La mafia nigeriana ha un primo pentito, morto in “circostanze da chiarire”. Il suo nome è Emeka Don nigeriano di 29 anni, che tra il 2014 e il 2016 raccontò di un’aggressione subita nel quartiere di Ballarò (PA), svelando ai pm alcuni componenti della Black Axe (banda nigeriana), ma che lo scorso luglio era finito in carcere con l’accusa di far parte dei Viking (altra banda nigeriana) nell’ambito del blitz “Disconnection zone” della Squadra mobile. Il decesso è avvenuto nella mattinata di ieri al Civico di Palermo a causa di una crisi ipoglicemica. Emeka era in carcere al Pagliarelli era stato trasferito al Civico, sabato sera. Questa mattina la Dda di Palermo ha disposto l’autopsia.

Ieri sera davanti la squadra mobile di Palermo, un collettivo di migranti chiedeva notizie sulle cause della morte della vittima. Don Emeka, è già noto agli inquirenti durante l’operazione contro la Black Axe. Dubbi in merito alla morte del pentito, anche da parte dell’associzione delle “Donne di Benin City”, che in queste ore sta cercando di capire il da farsi.

E’ molto strano che sia morto a causa di una crisi ipoglicemica. Il ragazzo sembrava godere di ottima salute. Non si capisce nemmeno come è possibile  che un testimone chiave come lui era recluso al Pagliarelli, sembrerebbe come un comune carcerato“. Racconta Nino Rocca, attivista palermitano a IlSicilia.it

Sembrerebbe sia stato Don Emeka ad avere denunciato la Black Axe perché lo voleva morto nel 2014. “…Proprio all’inizio della sua deposizione e spontaneamente Ogbuju Evans detto Evans Bambino ha voluto precisare che se la Black Axe individua un soggetto quale possibile membro lo insegue sino a costringerlo ad associarsi pena in caso di rifiuto la commissione di gravi violenze ai danni suoi e dei congiunti anche in Nigeria… Circostanza riferita anche da Don Emeka nel corso dell’incidente probatorio nel procedimento celebrato a Palermo…Ulteriore conferma si trae allorquando Don Emeka ha addebitato le aggressioni del gennaio 2014 alla volontà del gruppo di punirlo per non essere entrato a far parte del sodalizio”.

Forse Don Emeka già nel 2014 aveva un proprio clan di riferimento? Una cosa è certa: che Ballarò è terra di conquista della mafia nigeriana e la lotta tra bande ne è la conseguenza.

 

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