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Migranti e traffico di droga: Cosa nostra rafforza i rapporti con la mafia nigeriana

mercoledì 5 Maggio 2021
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Il resoconto della Questura di Palermo sulle attività illecita del traffico di droga svolta da marzo 2020 a marzo 2021 mette in luce come nell’ultimo anno si siano consolidati i rapporti tra Cosa nostra e mafia nigeriana.

In particolare, per quanto riguarda il traffico di droga, la Questura fa riferimento a due diverse indagini condotte dalla Squadra mobile di Palermo che hanno portato alla luce l’esistenza di una “criminalità ibrida caratterizzata dall’alleanza tra storiche famiglie di Cosa Nostra e mafia nigeriana”.

Le operazioni ricordate sono due: la “Sister White” del 19 dicembre dello scorso anno e la “Showdown” del 4 febbraio. In entrambe i poliziotti della mobile palermitana hanno smantellato gruppi criminali stranieri: “Ormai vere e proprie associazioni mafiose capaci di inondare di fiumi di droga le strade del capoluogo“. Il rapporto quindi, confermando quanto già emerso anche a livello nazionale, parla della mafia nigeriana come di: “Una delinquenza priva di scrupoli anche in relazione alla dimostrata capacità di distruggere ogni forma di competizione interna dei gruppi criminali di connazionali, concorrenti nel perseguimento di analoghi, lucrosi, interessi criminali“.

Sul fronte del contrasto all’immigrazione clandestina, poi, la polizia di Palermo ha dovuto fronteggiare: “Un reato che ha fatto un salto di qualità non indifferente. Connotandosi per la transnazionalità dei suoi autori e delle tecniche criminali messe sul campo“. Nel rapporto, che fa riferimento in particolare all’Operazione Glauco 4, si legge che le indagini hanno permesso di smantellare associazioni che favorivano l’immigrazione clandestina in Italia e “ricorrevano ad illegali prestazioni e dazioni di denaro per soddisfare gli esosi onorari di chi organizzava e gestiva i viaggi della speranza dall’Africa alle coste siciliane“. In particolare, l’operazione fece emergere la violenza dei trafficanti eritrei ed etiopi e i legami che intercorrevano con i loro “basisti” in Italia.

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