Botta e risposta tra Patrizio Di Dio, alla guida di Confcommercio Palermo, e Alessandro Albanese, a capo della Camera di commercio. Dopo le parole di Albanese che ha fatto il punto sui conti dell’ente camerale, Di Dio ha sottolineato che non esiste alcuna “lettura politica o complottistica, riguardo alle dimissioni di 11 componenti dal Consiglio di Camera di Commercio“.
“Le dimissioni – dice Di Dio – non sono state decise ‘contro’ qualcuno o qualcosa, ma a causa dell’insostenibilità finanziaria, dovuta soprattutto all’obbligo, nascente da sciagurate scelte legislative del passato, di porre a carico delle Camere siciliane il pagamento delle pensioni a numerosi ex dipendenti“.
Secondo la leader di Confocommercio “nonostante i tanti sforzi compiuti in oltre due anni, la situazione finanziaria è sempre grave, senza che si ravvisi una concreta prospettiva di arrivare al pareggio di bilancio, tanto che quello 2018 non è ancora stato approvato nonostante i termini siano scaduti a fine aprile“. E ancora: “In mancanza di adeguate risposte, non sono sufficienti l’ottimismo e le buone intenzioni e appaiono inopportuni i toni trionfalistici di queste ore: non abbiamo condiviso alcune scelte legate alla stesura del rendiconto consuntivo 2018, da noi segnalate al presidente Albanese”.
Controreplica Albanese: “Sono basito: i consiglieri di Confcommercio hanno approvato il piano quinquennale in cui erano evidenziate tutte le perdite, che già da quest’anno abbiamo sensibilmente ridotto. O hanno approvato senza leggere, ed è grave, o è cambiato oggi il metro di valutazione ed è ancor più grave perché vuol dire che c’è qualcosa dietro che ci sfugge e ci rifiutiamo di immaginare”. “Tutti i nostri atti contabili sono condivisi e approvati dai revisori dei conti del ministero e della Regione – conclude – Forse questi consiglieri stanno mettendo in dubbio l’operato dei revisori?“.
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