Il presidente della LND Cosimo Sibilia parla del Palermo e del suo cammino in Serie D.
Dopo la chiusura dell’era Zamparini, l’ambiente rosanero, paradossalmente, con la nuova proprietà targata Mirri ha ritrovato l’entusiasmo smarrito.
LE DICHIARAZIONI DI SIBILIA
In un Forum dedicato dall’agenzia Italpress, Sibilia chiarisce il ruolo del dilettantismo nella rinascita delle società calcistiche: “Abbiamo esempi illuminanti in questo senso. Il Parma e’ ripartito da noi ed e’ arrivato in A in tre anni e ora si difende con ottimi risultati nel massimo campionato, questo vuol dire che ripulendo dal punto di vista economico i bilanci, si riparte con maggiore attenzione, si mettono da parte gli insegnamenti“.
“Non dimentichiamo che il titolo sportivo viene attribuito al sindaco, quindi la responsabilità è dell’istituzione oltre che dell’imprenditore scelto per ripartire dalla D“.
IL PALERMO IN UN CONTESTO DI PICCOLE REALTÀ
I numeri della piazza rosanero parla da sé, ma la Lega Dilettanti comprende anche piccole realtà territoriali che garantiscono la promozione sportiva del calcio.
“Palermo ha 11mila abbonati, ne porta 20mila allo stadio, ma la Lnd parte dai rioni, dai borghi e dai quartieri e raggiunge le metropoli, c’e’ la giusta miscela, il mix che ci fa raggiungere tutti i territori, dal Trentino alla Sicilia”. In queste parole tutto l’orgoglio del dirigente irpino“.
“Da circa tre anni sono presidente. Ringrazio i presidenti regionali, perché anche con il loro lavoro abbiamo ricucito il rapporto con i territori che negli anni, anche fisiologicamente, si era allentato. Abbiamo compiuto 60 anni.
Sibilia ricorda inoltre che la LND è un mondo fatto di sacrifici. La scarsità finanziaria di alcune società è sotto gli occhi di tutti, in un momento di crisi per tutto il sistema paese.
“La Lnd è fatta soprattutto da volontari e sono loro che ci consentono di raggiungere gli obiettivi – ha spiegato il presidente Sibilia -. Avevamo perso società iscritte, abbiamo tolto la tassa di iscrizione per i club di Terza Categoria, questo stato possibile perché il nostro mondo ha capito che c’era un rapporto diretto con il centro, la Lnd ha fatto comprendere che c’è un rapporto di interlocuzione diretta“.
TROPPE SQUADRE PROFESSIONISTICHE
Sibilia svolge anche il ruolo di vicepresidente vicario della Figc e ci tiene quindi a ricordare i problemi del calcio professionistico. “Ci sono ancora troppe squadre professionistiche e una piccola società che fa la Lega Pro, ha le stesse incombenze economiche-finanziarie dei grandi club“.
“In Serie D abbiamo realta’ solide, basti pensare a chi e’ ripartito da noi, il Parma rispetta i parametri, il Bari e’ partito dalla Lnd ed e’ protagonista in Lega Pro, auguro a loro e anche al Palermo di tornare presto nel calcio che conta. Abbiamo la necessita’ di rivedere il numero dei club professionistici, ce ne sono, 20 in A, 20 in B e 60 in C, non riusciamo a mantenerli tutti“.
“Per questo propongo che le squadre si abituino al professionismo, al passaggio dalla Lnd alla Lega Pro, significa che bisogna trovare un numero di squadre che formino un campionato d’elite della Lnd che li prepari al professionismo, altrimenti si rischia di correre dietro agli investimenti. Serve un campionato di filtro, anche per evitare tutti i fallimenti degli ultimi anni“.
CALCIO FEMMINILE E PROFESSIONISMO
Il presidente della LND approfondisce anche l’annosa questione del professinismo all’interno del mondo del calcio femminile.
“In A Milan e Juventus hanno acquisito il titolo sportivo da società che c’erano già, ma dobbiamo convincerci che bisogna aumentare la base per costruire il vertice e la Lnd è protagonista anche in questo processo, altrimenti restano gli investimenti dei grandi club, ma tutto questo puo’ reggere e crescere solo se si investe sul territorio. Con il presidente Gravina ne abbiamo parlato, fa parte del nostro programma. Va bene l’organizzazione dei campionati di A e B, ma se non c’e’ una base solida non si raggiungerà l’obiettivo che vogliamo“.
“Il calcio femminile diventa qualcosa di culturale, non e’ solo materia sportiva. Bisogna far comprendere che la bambina di 12 anni deve partire dai nostri campionati, provinciali e regionali e poi diventare protagonista in campo nazionale“.
Sibilia lancia poi un segnale forte e chiaro al movimento femminile.
“Ho qualche dubbio sul calcio professionistico, magari le calciatrici di Serie A mi rimprovereranno, ma se diciamo che sono tante le squadre maschili e cambiamo lo status alle calciatrici, facendo diventare di conseguenza più costosi i campionati, non sono convinto che tutte le societa’ di A e B siano in grado di andare avanti“.
“Noi abbiamo la certezza della qualità economica della Lega Dilettanti, abbiamo 12-13 mila società e centinaia di migliaia di tesserati – aggiunge Sibilia -. Sento parlare di fondi importanti che la Fifa intende investire. Ma al di là dei finanziamenti noi abbiamo la nostra solidità che ci consente di iscrivere le squadre ai campionati femminili senza tasse di iscrizione. Noi svolgiamo un ruolo che non e’ solo calcistico, ma anche sociale e culturale“.