Il quartiere di Partanna Mondello a Palermo piange la morte del giovane Daniel Giordano, 21 anni. Stamattina il ragazzo è deceduto all’ospedale Villa Sofia, dopo un incidente stradale avvenuto lunedì sera con il suo scooter – un Honda Sh bianco – alla Favorita, all’altezza del cancello del Giusino.
A ricostruire la dinamica saranno gli agenti della sezione Infortunistica della polizia municipale, che hanno effettuato i rilievi sul posto. Non è escluso che, oltre allo scooter, altri mezzi siano stati coinvolti.
Dal nosocomio fanno sapere che la morte cerebrale è stata accertata alle ore 16 di oggi.
Il ragazzo, aspirante pizzaiolo, ha perso il controllo della moto, finendo per terra ed entrando in coma fin da subito. Dopo tre giorni di agonia non ce l’ha fatta.
Apprezzato e voluto bene da tutto il quartiere di Partanna Mondello, Daniel fin da piccolo ha lavorato come biciclettaio e gommista nel negozio del padre. Poi ha deciso di intraprendere la professione di pizzaiolo, lavorando come apprendista in una pizzeria di un suo caro amico nello stesso quartiere. Numerosi gli amici e i parenti che hanno scritto messaggi di cordoglio su Facebook.
Tra questi, anche il deputato regionale di Italia Viva, Edy Tamajo, che scrive sul suo profilo Facebook: «Un altro figlio del nostro quartiere è andato via. Un’altra vita spezzata dal destino, da un destino crudele! Tristezza infinita. Soltanto chi è genitore può capire il dolore che si può provare, quando si perde un figlio… Riposa in pace Daniel. Che Dio trovi la forza alla tua famiglia di andare avanti».
In tanti hanno ricordato sui social Daniel conosciuto come “u russu (il rosso ndr)” per via del suo colore dei capelli.
Francesco scrive: “Buon viaggio vita mia che Dio di accolga nel migliore dei modi perché Eri e sei speciale nel cuore di tutti noi soprattutto per la tua amata famiglia! Riposa in pace russu rimarrai per sempre nel mio cuore“.
Scrive Nicolò un collega della pizzeria in cui lavorava Daniel: “Era il 22 Giugno quando ci siamo visti per la prima volta. “Un amore a prima vista” dicevamo. Eravamo “i ziti” del ristorante. Sta di fatto che dopo qualche mese, a causa di forza maggiore le nostre strade si sono divise ma il voler bene andava al di sopra di un ambito lavorativo. Il nostro rapporto si basava sulla sincerità, lealtà e rispetto reciproco. Adesso invece non mi rimane che guardare queste storie e portarti dentro il mio cuore. Speravo ed ero certo che potessi farcela ma Dio ha voluto così. Come ti dicevo sempre: “Si u nummaru uno”. Buon viaggio amicone mio. Ti voglio bene”.